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6 aziende su 10 pronte ad assumere, ma mancano i lavoratori

Nel 2021 più della metà delle aziende italiane ha programmato nuove assunzioni, ma l’offerta risulta inadeguata e mancano professionalità specifiche

Il mercato del lavoro viaggia su due binari che al momento appaiono distanti. Da un lato, le aziende, in particolare quelle del settore edile e manifatturiero, hanno ripreso a correre e ad assumere. Dall’altro lato, mancano le figure professionali idonee, sia specializzate, che meno qualificate. È lo scenario evidenziato dal bollettino Excelsior, targato Anpal e Unioncamere. In base ai dati emersi, il 60% delle aziende italiane ha programmato nuove assunzioni nel 2021, registrando un aumento di 1,9 punti rispetto al 2019. Tuttavia, il 55,9% delle assunzioni è stato a termine (+5,3 punti rispetto al 2019), pari a circa 2,6 milioni di ingressi, specie nel turismo e nelle costruzioni.

Entrando nello specifico, tra i settori che hanno trainato le nuove entrate nel mondo del lavoro figurano il comparto edile (che ha registrato una forte crescita) e il manifatturiero. In particolare, hanno offerto un grande apporto il settore metallurgico, meccanico ed elettronico, che nel 2021 hanno coperto la metà delle assunzioni del manifatturiero. In sofferenza, invece, il tessile, abbigliamento e calzature. Nel terziario, fanno ancora fatica i settori del commercio all’ingrosso, dei servizi culturali e ricreativi, dei servizi operativi, dei trasporti e della logistica.

In contrapposizione con la crescita della domanda, l’offerta di personale idoneo a ricoprire determinati ruoli appare piuttosto scarso. La mancanza di candidati e la preparazione non adeguata alle rinnovate esigenze del mondo imprenditoriale sono i due motivi principali di questa situazione. Nel 2021 il mismatch tra domanda e offerta è balzato al 32,2%, quasi 6 punti in più rispetto al 2019.

“Il gap ha diverse ragioni” ha spiegato il presidente di Unioncamere, Andrea Prete. “Per i profili più qualificati c’è indubbiamente una carenza numerica ed è fondamentale per questo lavorare sull’orientamento all’interno dei percorsi scolastici. Per i profili meno qualificati, invece, un tema chiave è quello dell’esperienza. Occorre insistere sull’utilità per i giovani di avere, già dalla scuola, un primo contatto con il mondo del lavoro e di sperimentare sul campo le proprie inclinazioni e abilità”.

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