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Annunci di lavoro

Annunci di lavoro in crescita in Italia: +78% da febbraio 2020

Agli inizi del 2025, il mercato del lavoro europeo mostra un andamento divergente tra le principali economie. Mentre Italia e Spagna registrano un incremento degli annunci di lavoro, Regno Unito, Germania e Francia vedono un calo nel mercato del lavoro, dovuto alle incertezze economiche interne che frenano l’occupazione.

Annunci di lavoro: Italia e Spagna trainano la crescita occupazionale

Secondo i dati raccolti dalla piattaforma di reclutamento Indeed, nel primo trimestre del 2025 si evidenzia una netta divergenza nella crescita degli annunci di lavoro tra le principali economie europee. Italia e Spagna si confermano in controtendenza rispetto a un rallentamento generale, registrando un incremento del 9% e del 4% nei tre mesi precedenti al 14 febbraio 2025. Al contrario, Francia, Germania e Regno Unito mostrano una riduzione degli annunci di lavoro, con cali compresi tra il 2% e il 4%.

Rispetto al periodo pre-pandemia, Italia e Spagna hanno segnato l’aumento più significativo, con un incremento degli annunci del 78% e del 52% da febbraio 2020. In confronto, Francia e Germania hanno visto aumenti più contenuti, rispettivamente del 29% e del 26%, mentre il Regno Unito rimane l’unico paese in cui gli annunci di lavoro risultano ancora inferiori ai livelli pre-pandemici. Questa stagnazione britannica è attribuibile principalmente all’incertezza economica, agli alti tassi di interesse e a una crescita del PIL meno dinamica rispetto ad altre economie europee.

Fattori alla base della crescita di Italia e Spagna

L’espansione del mercato del lavoro in Italia e Spagna trova spiegazione in una serie di fattori macroeconomici. Secondo Pawel Adrjan, direttore della ricerca economica di Indeed, entrambi i Paesi hanno beneficiato dell’impulso derivante dai fondi Next Generation EU, che hanno stimolato investimenti e sviluppo. La Spagna, inoltre, ha registrato un’accelerazione della crescita del PIL grazie a un aumento della popolazione dovuto all’immigrazione, che ha contribuito a una maggiore domanda di lavoro.

Nonostante nel 2024 si sia registrato un rallentamento nella crescita economica dell’Italia, le prospettive per il 2025 risultano moderatamente positive, con un incremento dell’occupazione trainato dai consumi interni e dal potenziale di nuovi investimenti europei. Entrambi i mercati del lavoro si mantengono solidi, come dimostrato dal rapporto tra posti di lavoro vacanti e disoccupazione. Inoltre, la costante crescita dei salari continua ad attrarre nuove risorse nel mercato del lavoro, contribuendo alla stabilità e alla sostenibilità dell’occupazione nel lungo periodo.

Settori trainanti e prospettive future

Analizzando le dinamiche settoriali, due comparti emergono come principali motori della crescita occupazionale in Italia e Spagna: il settore della preparazione e del servizio degli alimenti e quello dello sviluppo software. La ripresa del turismo e della domanda di servizi di ristorazione ha contribuito all’espansione delle opportunità lavorative, mentre il crescente fabbisogno di competenze digitali ha alimentato il reclutamento di sviluppatori e specialisti IT.

Al contrario, in Germania, Francia e Regno Unito, i fattori strutturali, come la stagnazione del comparto manifatturiero e l’incertezza economica, hanno frenato le assunzioni. Nel Regno Unito, in particolare, il calo dell’occupazione a libro paga negli ultimi sei mesi, unito agli aumenti dei costi aziendali e delle imposte sul lavoro, ha spinto le imprese a una maggiore cautela nelle nuove assunzioni.

Guardando al futuro, il rafforzamento dell’occupazione in Italia e Spagna potrebbe proseguire se le attuali tendenze economiche si manterranno stabili. Tuttavia, permangono incognite legate al contesto geopolitico e alle politiche economiche europee, che potrebbero influenzare le decisioni di investimento e di reclutamento nei prossimi mesi. Per Francia, Germania e Regno Unito, invece, la ripresa del mercato del lavoro dipenderà dalla capacità di rilanciare la crescita economica e di superare le incertezze che attualmente frenano le dinamiche occupazionali.

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