La Legge di bilancio 2024 ha introdotto il bonus mamme lavoratrici, una misura per favorire l’occupazione femminile, la natalità e sostenere le famiglie. A chi spetta e chi può beneficiarne?
Fermo restando l’esonero parziale dei contributi previdenziali a carico dei lavoratori dipendenti disciplinato dal comma 15 pari 6% se la retribuzione imponibile non eccede l’importo mensile di 2.692 euro (ovvero 35.000 annui) e pari 7% se la medesima retribuzione non eccede l’importo mensile di 1.923 euro (ovvero 25.000 annui), la legge di bilancio 2024 (Legge 30 dicembre 2023, n. 213) introduce un ulteriore sgravio per le lavoratrici madri.
In cosa consiste questo ulteriore sgravio?
Tra le misure previste dalla Legge di Bilancio 2024, vi è la decontribuzione sulla quota di contributi IVS (Invalidità-Vecchiaia-Superstiti) fino al 100%, ma nel limite massimo di 3.000 euro all’anno da riproporzionarsi su base mensile e quindi non oltre 250 euro al mese, a carico delle lavoratrici madri con rapporto a tempo indeterminato con tre o più figli e, in misura sperimentale, per il solo anno 2024, anche con due figli.
Quanto dura il beneficio?
La misura spetta per il periodo di paga gennaio 2024 – dicembre 2026 fino al mese di compimento del 18° anno di età del figlio (dei 3 minimi) più piccolo, ovvero per il solo 2024 fino al mese di compimento del 10° anno di età del figlio (dei 2 minimi) più piccolo.
Per espressa previsione della norma, l’esonero non spetta alle lavoratrici domestiche.
I due esoneri sono quindi cumulabili?
Le lavoratrici (tutte) con retribuzioni lorde fino a 35mila euro, che già beneficiano dello sgravio del 7% ovvero del 6%, si vedono quindi confermare la situazione attuale; se però le medesime lavoratrici sono anche madri di due o piu figli, in aggiunta, avranno un ulteriore sconto sui contributi a loro carico, di due o tre punti percentuali arrivando al 100% di sgravio.
Lavoratrici con reddito superiore ai 35.000, fino ad ora escluse dall’esonero parziale del 7% e 6%, purché madri di due o più figli, potranno fruire dello sgravio del 100% nei limiti dei 3000 euro annui e per le durate già esaminate.
Quale impatto sulla busta paga?
Va ricordato che il “risparmio” contributivo non entra direttamente a far parte del netto percepito poiché la somma deve essere assoggetta alle imposte sui redditi.
L’Ufficio parlamentare di bilancio indica comunque che il vantaggio netto, al netto quindi delle imposte, crescerà progressivamente, stabilizzandosi intorno a 1.700 euro.