I dipendenti pubblici che rischiano di essere sostituti dall’intelligenza artificiale sono 218mila. Sono invece molti di più quelli che dovranno imparare a lavorare con l’AI.
Si è tenuto a Roma “Forum PA 2024”, l’evento annuale dove si confrontano società private che si occupano di innovazione digitale e soggetti pubblici. Durante questo evento, la società Fpa ha presentato la sua ricerca “L’impatto dell’intelligenza artificiale sul pubblico impiego” dove spiega come cambieranno i lavori con l’introduzione dell’intelligenza artificiale.
L’impatto dell’AI sui dipendenti pubblici
I dipendenti pubblici che dovranno misurarsi con l’AI saranno 1,8 milioni (il 57% del totale). La maggior parte di essi (circa l’80%) avrà un impatto positivo: i loro lavori saranno migliorati grazie alle nuove tecnologie. Si tratta di una popolazione molto ampia (1,5 milioni di lavoratori) che, dopo un’adeguata formazione, sarà in grado di completare i propri compiti interagendo con l’AI.
Ad essere a rischio è invece il 12% dei lavoratori della pubblica amministrazione; si tratta di 218mila dipendenti pubblici che svolgono compiti ripetitivi e che quindi potenzialmente sostituibili dall’AI. Secondo la ricerca, i ruoli dirigenziali e quelli più professionali trarranno vantaggio dall’impiego dell’intelligenza artificiale, mentre le operazioni poco specializzate e prevedibili sono più a rischio di sostituzione.
Quali dipendenti pubblici utilizzeranno di più l’intelligenza artificiale?
I settori che saranno maggiormente impattati dall’AI saranno le funzioni centrali della pubblica amministrazione (96,2%) e quelle locali (93,5%). A seguire ci poi sono i lavoratori che operano nei settori di istruzione e ricerca (72,6%). Il livello di complementarità più alto (91,9%), che consente uno sviluppo positivo del metodo di lavoro, si ritrova nell’istruzione. A rischiare maggiormente il posto sono invece i dipendenti delle strutture centrali della PA. Quasi la metà di loro (47,7%) rischia di essere sostituito dalle nuove tecnologie.
La trasformazione della PA negli anni
Negli ultimi quindici anni il settore della pubblica amministrazione ha subito diverse trasformazioni. La prima risale al 2007 ed è dipesa dalla spending review, determinando un calo dei dipendenti pubblici e una riduzione degli investimenti sulla loro formazione. La seconda si è avuta nel 2020 con la pandemia da covid-19 che ha accelerato il processo di digitalizzazione della PA. La terza è invece di questi ultimi due anni e riguarda ovviamente l’avvento dell’intelligenza artificiale.
Si è espresso a riguardo anche Paolo Zangrillo, Ministro della Pubblica amministrazione, sottolineando che questo è un cambiamento importante e che non va vissuto con paura o in modo negativo. È possibile che alcuni lavori verranno a mancare ma, come è sempre accaduto nel passato, emergeranno delle nuove attività. Inoltre, nel corso dei prossimi otto anni (entro il 2032), andranno in pensione oltre un milione di dipendenti della pubblica amministrazione. È in questo contesto che la PA dovrà essere in grado di attrarre nuovi talenti e valorizzare il merito.