Con l’entrata in vigore dell’art. 17 della Legge 13 dicembre 2024, n. 203, dal 12 gennaio 2025 vengono introdotte rilevanti innovazioni in materia di rapporti di lavoro subordinato e autonomo, aprendo la strada ai cosiddetti contratti misti, e consentendo la combinazione di elementi di lavoro subordinato e di attività autonomo all’interno di un unico accordo lavorativo.
Rimozione della causa ostativa e ampliamento dell’accesso al regime forfettario
Il punto centrale della norma è la novità rappresentata dalla rimozione della limitazione che, fino all’11 gennaio 2025, escludeva dal regime forfettario i lavoratori che operano prevalentemente per datori di lavoro con i quali abbiano attualmente – o abbiano avuto nei due anni precedenti – un rapporto di lavoro subordinato.
Dal 12 gennaio 2025, questa limitazione viene meno per le seguenti categorie di lavoratori:
iscritti ad albi o registri professionali che:
- svolgono attività libero-professionali o di collaborazione continuativa per datori di lavoro con almeno 250 dipendenti;
- contestualmente, abbiano con la medesima azienda un contratto di lavoro subordinato a tempo parziale e indeterminato con un orario compreso tra il 40% e il 50% del tempo pieno;
non iscritti ad albi o registri professionali che:
- possono ricorrere, per la parte autonoma del rapporto, a strumenti di contrattazione di prossimità (ex D.L. 138/2011); per questa categoria di lavoratori autonomi, infatti, la possibilità di fruire di un contratto misto è subordinata all’esistenza di un accordo di prossimità che definisca le condizioni di non operatività della causa ostativa.
Ulteriori condizioni necessarie
La norma precisa inoltre che non devono emergere commistioni riguardanti le mansioni svolte, le modalità di esecuzione, l’orario o le giornate di lavoro che possano confondere o snaturare la separazione tra la prestazione autonoma e quella subordinata; il contratto di lavoro autonomo deve inoltre essere certificato ai sensi dell’articolo 76 del D.lgs 276/03.
La certificazione è un procedimento volontario, reso obbligatorio in questo specifico caso, in cui apposite commissioni esaminano e validano un contratto di lavoro al fine di definirne con chiarezza la natura e ridurre così i rischi di controversie e contenziosi.
Più un beneficio o più una sfida?
L’innovazione normativa introduce opportunità significative:
- da una parte, i professionisti ordinistici che collaborano con grandi aziende potranno pianificare collaborazioni più strutturate senza il timore di perdere i benefici del regime forfettario (aliquota;
- dall’altra, anche i lavoratori non iscritti ad albi avranno la possibilità di impostare un mix di lavoro dipendente e autonomo, purché rispettino le regole fissate dagli accordi di prossimità.
Dal punto di vista del datore di lavoro, questa formula può favorire la fidelizzazione dei talenti, offrendo una combinazione contrattuale miscela le sicurezze e le tutele del rapporto di lavoro subordinato e la flessibilità/elasticità tipica del lavoro autonomo.
Resta tuttavia da considerare la complessità gestionale di tali contratti; banalmente che succede se durante i periodi di riposo, siano questi giornalieri o settimanali, che devono essere garantiti al lavoratore subordinato sulla scorta delle previsione del D.Lgs 66/03 viene svolta attività libero-professionale in funzione del rapporto di lavoro autonomo dal momento che il richiedente la prestazione lavorativa è il medesimo?