Il 56,2% dei dipendenti italiani non vuole cambiare il proprio posto di lavoro, tuttavia l’82,3% pensa di meritare di più
I lavoratori italiani sembrano poco propensi a cambiare il proprio posto di lavoro. È quanto emerso dal 5° Rapporto Censis-Eudaimon, realizzato da Eudaimon in collaborazione con Credem, Edison e Michelin. I dati evidenziano che oltre la metà dei lavoratori italiani (56,2%) non intende cambiare lavoro, poiché è convinto che non riuscirebbe a trovare un impiego migliore. La percentuale sale al 62,2% per la fascia d’età compresa tra i 35 e i 64 anni e al 63,3% tra gli operai. Tuttavia, il fenomeno della Great Resignation ha toccato anche numerose aziende italiane. Nei primi nove mesi del 2021, le dimissioni volontarie sono aumentate del 29,7% rispetto allo stesso periodo del 2020. Tra le motivazioni di questa escalation c’è l’insoddisfazione dei lavoratori.
Questo aspetto viene sottolineato anche dall’indagine di Censis e Eudaimon. L’82,3% dei lavoratori italiani non è contento del proprio lavoro e pensa di meritare di più. La percentuale sale all’86% tra i giovani e all’88,8% tra gli operai. Il 58,1% dei lavoratori ritiene di ricevere uno stipendio inferiore alla mansione e al ruolo occupato in azienda. Il 91,2% dei dipendenti vorrebbe retribuzioni più alte, mentre l’86,5% vorrebbe più servizi di welfare aziendale su ambiti come la sanità e l’assistenza per i figli. Infine, il 75,2% vorrebbe maggiore supporto da parte dell’azienda nel rispondere ai bisogni sociali quali la non autosufficienza di un familiare, la previdenza e l’istruzione dei figli.
A condizionare gli italiani nella scelta di cambiare lavoro ci sono le preoccupazioni per il futuro, legate all’incertezza del momento. Il 73,8% dei lavoratori, infatti, teme che in futuro dovremo affrontare nuove emergenze lavorative. Il 68,8% si sente meno sicuro rispetto a due anni fa, mentre il 66,7% ha vissuto uno stress per il lavoro. Per correre ai ripari, molte aziende hanno deciso di puntare sugli strumenti di welfare aziendale. Il 62,5% dei responsabili HR di grandi imprese considera il welfare aziendale una priorità, mentre il 71,9% si dice pronto ad attivare servizi ad hoc per informare nel merito i lavoratori e rispondere ai loro bisogni.