Criticate per l’età, l’aspetto fisico e il loro atteggiamento, le donne subiscono sul luogo di lavoro vere e proprie discriminazioni a prescindere. Questa situazione comporta inevitabili svantaggi che impediscono il raggiungimento della parità di genere.
Le donne non sono abbastanza presenti nei consigli di amministrazione, e spesso subiscono vessazioni. Le critiche, però, non riguardano solo le prestazioni lavorative, ma anche il loro aspetto fisico, il loro atteggiamento nei confronti dei colleghi e il desiderio di costruire una famiglia.
Uno studio, pubblicato su Personnel Review, dimostra che le donne sono culturalmente abituate a ricevere commenti negativi e privi di oggettività.
Le critiche poco costruttive ostacolano la parità di genere
Pronti ad installare dubbi e insicurezze nelle donne, questi bias impediscono che il divario nella parità di genere possa essere colmato. Le critiche riguardano soprattutto le lavoratrici, che così faticano a raggiungere posizioni apicali.
I consigli di amministrazione delle aziende non quotate sono spesso composti da uomini, mentre nelle piccole e medie imprese le donne si trovano in posizioni inferiori rispetto ai loro colleghi.
La ricerca – che ha coinvolto 913 leader al femminile – sottolinea che “Le donne sono criticate così spesso e su così tante cose che sono culturalmente preparate a ricevere commenti denigratori, a prenderli sul serio e a impegnarsi per migliorare”.
Discriminazioni sul lavoro: le donne accettano rassegnate le critiche
In Italia queste discriminazioni sono ancora presenti in molti luoghi di lavoro, e possono riguardare l’età, lo stato civile, la maternità, l’abbigliamento o il loro rapporto con i colleghi. Si tratta di commenti tutt’altro che costruttivi: infatti, se l’età per un uomo non è così rilevante, per le donne lo diventa. Al contrario di quello che si potrebbe pensare, queste discriminazioni non si riscontrano soltanto nei settori STEM, ma soprattutto in quelli dove la presenza femminile è compresa tra il 53% e il 77%.
Ad avanzare insinuazioni e a mettere in discussione le qualità professionali di una donna sono per lo più le loro colleghe, affette da quella che può essere definita la “sindrome dell’ape regina”. Sentendosi minacciate, le donne conducono una vera e propria battaglia nei confronti di quelle che ritengono delle nemiche. Pur essendo un comportamento profondamente sbagliato, quest’ultime tendono tuttavia ad accettare questa situazione.