Oggi le aziende si trovano a dover trovare soluzioni efficaci per l’engagement dei talenti in un contesto dove l’approccio al lavoro è completamente cambiato e in cui la realizzazione non passa solo attraverso un buono stipendio, ma anche da come ci si sente nella realtà in cui si lavora.
Sto bene nella mia azienda? Come mi fa sentire il mio responsabile? Com’è il rapporto con i colleghi? Quanto tempo ho per la mia vita privata? Quanta attenzione c’è nei confronti delle mie esigenze?
Sono queste le domande più comuni fra i lavoratori del 2023, pronti a lasciare un posto di lavoro che non soddisfi i loro bisogni di esseri umani, prima ancora che di professionisti. È questa la sfida aperta che le aziende stanno sperimentando.
La formazione, in questo contesto, è uno degli aspetti su cui è possibile agire efficacemente per fare in modo che le persone crescano, si sentano valorizzate e trovino la loro dimensione in azienda.
Che la gestione del cambiamento passi proprio dalla formazione? Ne abbiamo parlato con Raul Mattaboni, CEO di F2A, società italiana specializzata nell’erogazione di servizi in ambito HR e F&A, con circa 60 anni di esperienza nella gestione dei processi critici delle imprese.
Spopolano su TikTok i video in cui ragazzi si dimettono dal lavoro. Le Grandi Dimissioni sono quindi lontane da essere passate. In questo momento in cui le aziende si trovano a dover fare i conti con talent attraction, retention e engagement. Qual è il ruolo della formazione e in che modo rappresenta un valore aggiunto in questa delicata fase storica?
La formazione ha un ruolo cruciale ed è cambiata negli ultimi anni. Dal mettere le persone in grado di svolgere un lavoro, quindi una sorta di addestramento, adesso ha una valenza diversa, che è quella di coinvolgere.
Il coinvolgimento delle persone all’interno di un set valoriale e professionale passa sempre più dalla formazione che diventa una dimostrazione dell’investimento e della volontà di puntare sulle persone, una dimostrazione del fatto che l’azienda conosce, comprende e investe sui suoi collaboratori, a prescindere da quanto resteranno in azienda.
Così facendo, da un lato l’azienda prepara le sue risorse per le attività che le servono, senza andare a cercare al di fuori, potendo così risparmiare tempo e denaro nell’inserimento di nuove figure.
Dall’altro, attraverso la formazione l’azienda è in grado di aumentare il senso di squadra e di appartenenza.
In Italia si fa abbastanza formazione?
Il nostro Paese ha una forte esigenza di upskilling e di reskilling, le politiche del lavoro sono state in passato più a supporto di chi perdeva il lavoro che non alla formazione di chi doveva aggiornare le sue competenze.
Adesso, grazie al PNRR e i fondi interprofessionali sta crescendo l’attenzione sul tema della formazione, introducendo il concetto di formazione finanziata, meccanismo che ritengo diventerà strutturale.
Tant’è vero che F2A sta investendo molto lungo due direttrici: da un lato a inizio 2022 abbiamo acquisito e portato all’interno del gruppo ETAss, una società che fa formazione finanziata e non, proprio perché riteniamo sia un’esigenza del mercato da soddisfare.
Dall’altro abbiamo lanciato un’Academy interna rivolta a giovani disoccupati. Con questo progetto di Academy, stiamo lavorando con 27 talenti junior che volevano approfondire le tematiche legate al mondo dell’Amministrazione del Personale e della Contabilità in Azienda.
Gli studenti hanno la possibilità di utilizzare i software gestionali per l’elaborazione delle buste paga, la registrazione delle presenze e il controllo di gestione amministrativo-finanziario. Ma non è tutto: sono previste anche sessioni formative dedicate alla stesura di un CV efficace, alla creazione di un profilo LinkedIn professionale e alla preparazione ai colloqui in azienda.
Il corso prevede 1.000 ore di formazioni: dopo aver appreso una prima parte teorica, grazie alle 500 ore che si svolgeranno in aula, ogni corsista ha la possibilità di effettuare 500 ore di stage garantito presso la nostra azienda, al termine del quale consegue la Certificazione di Specializzazione Tecnica superiore che permette l’accesso ai percorsi ITS.
Immaginiamo di essere nei panni di chi sta cercando lavoro, quali sono le competenze su cui è consigliabile puntare?
Quanto a hard skill, sicuramente consiglierei di puntare su competenze digitali, informatiche e tecnologiche. Ormai, a qualunque livello, in qualunque tipologia di lavoro è richiesta una certa familiarità con la tecnologia e la gestione dei dati.
Ci sono poi dei temi di competenze trasversali che in questo momento sono fondamentali. La pandemia, nel bene e nel male, ha cambiato tante cose per questo alcune soft skill sono indispensabili.
Mi riferisco alla flessibilità, elemento fondamentale per affrontare il mondo del lavoro in continua evoluzione, ma anche la curiosità, il mettersi in gioco, la creatività.
Con il diffondersi del lavoro da remoto, inoltre, la capacità di organizzarsi e di pianificare le proprie attività è cruciale.
Mettiamoci ora nei panni di un’azienda che debba fornire formazione ai propri dipendenti, quali potrebbero essere gli ambiti che da un lato vedono un maggiore engagement dei dipendenti e dall’altro sono funzionali allo sviluppo aziendale?
Al di là della formazione più tecnica su sicurezza, smart working, software gestionali, amministrazione del personale, lingue, pure in questo caso si tratta di acquisire e diffondere nuove competenze, soprattutto soft.
Sto pensando, per esempio, a public speaking e management aziendale, prevedendo anche percorsi di coaching individuale per determinate figure in modo da trasformare degli ottimi contabili o specialisti in buoni manager, dando loro gli elementi per gestire gruppi, piccoli o grandi, di persone.
L’obiettivo è quello di avere dei collaboratori sempre più responsabilizzati e in grado di coinvolgere chi lavora con loro.
In F2A crediamo così tanto nello sviluppo delle competenze come leva per l’engagement che nel 2022 sono state erogate in totale oltre 18.000 ore di formazione.
E poi c’è un tema fondamentale, che sono i valori, l’adesione a codici etici, che non devono rimanere nei pezzi di carta ma devono essere sentiti e agiti.
A proposito di valori, la cultura aziendale è un aspetto determinante. Le nuove generazioni soprattutto tendono a preferire imprese con un purpose che sentono vicino al loro. Diventa quindi strategico comunicare valori, obiettivi e cultura aziendale, come è possibile farlo in modo efficace?
Il tema centrale è proprio la comunicazione, a tutti i livelli. L’engagement lo si ottiene soprattutto ascoltando.
Per questo è importante avere degli strumenti di ascolto, formalizzati o anche informali, diretti o indiretti. E questo ci porta al valore dello stare insieme, anche fisicamente.
Valore in cui in F2A crediamo molto, tant’è vero che abbiamo istituito l’incontro interno “Evento Sedi e Società del Gruppo F2A” che si svolge ogni 4 mesi circa con il top management di F2A e delle realtà acquisite.
Ritengo fondamentale comunicare in maniera trasparente, assumendosi la responsabilità delle decisioni prese, avere la coerenza di metterci sempre la faccia, comunicare le scelte con trasparenza e spiegando il perché si è optato per certe decisioni, che magari possono essere impopolari, ma che vanno in una determinata direzione.
In F2A, per agevolare lo scambio e il confronto, c’è una casella di posta in cui tutti mi possono scrivere considerazioni e suggerimenti. Questo mi permette di avere il polso su determinate esigenze che magari non avevo notato.
Dal 2020 in F2A è prevista, inoltre, ogni tre mesi MeetheCEO, una riunione virtuale di un’ora e mezza con tutta la popolazione aziendale per discutere e comunicare i progetti che sono in corso e progressivamente le aggiorno su come procedono, se ci sono stati dei cambiamenti, cosa sta funzionando e cosa è migliorabile.
Tutti i colleghi possono mandarmi in anticipo delle domande a cui io poi rispondo pubblicamente in quell’occasione.
E poi abbiamo la nostra rete intranet, F2Agile Intranet, gestita dalla funzione HR, uno strumento per diffondere la cultura aziendale e stimolare la connessione fra le persone.
Del resto, F2A ha diciassette sedi nel mondo, è importante che tutte le nostre persone, ovunque siano dislocate, possano contare su un portale con tre macro-sezioni: News, People e Formazione&Sviluppo, che vengono aggiornate mensilmente.
La piattaforma permette di restare in contatto, trovare informazioni sulle iniziative dell’azienda ed essere aggiornati su novità, progetti, persone. Un vero e proprio canale per conoscersi, per creare condivisione e per diffondere la cultura aziendale.
Non a caso, la sezione più cliccata è People, perché attraverso l’intranet è possibile andare a vedere che volto abbia il collega di un’altra filiale che non si ha avuto modo di incontrare di persona.
L’idea è che sia un luogo dove non ci si connette soltanto per lavorare ma un posto dove ci si sente parte di una comunità e si comprenda che i risultati ottenuti dall’azienda dipendono da tutti.
Cerchiamo di fare in modo che sia chiaro a ognuno il contributo che ciascuno può dare al successo dell’azienda.
F2A negli ultimi anni è cresciuta molto, anche attraverso acquisizioni. Mi piace pensare che questa crescita si basi anche su un processo che io chiamo di “contaminazione positiva”, perché va ad arricchire la nostra radicata cultura aziendale.
Una cultura tanto solida che ci permette di essere contaminati e di crescere proprio per grazie alla contaminazione.