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Expat: il Governo vuole ridurre le agevolazioni per chi rientra in Italia

I giovani expat italiani protestano contro le misure approvate dal Consiglio dei Ministri e con le quali si riduce lo sconto per chi torna dall’estero.

Le agevolazioni previste a favore degli expat e dei rimpatriati potrebbero ridursi drasticamente. L’iniziale sconto del 70% di almeno cinque periodi di imposta potrebbe infatti passare al 50%.

La misura, che doveva agevolare il rientro degli italiani andati all’estero a lavorare, inizialmente comprendeva non solo chi avrebbe scelto di risiedere in Abruzzo, Molise, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sardegna o Sicilia, ma anche gli ingaggi di calciatori.

E invece, con i provvedimenti approvati in via preliminare nei giorni scorsi, la comunità italiana si è sentita tradita da quel Governo che sembrava avesse fatto promesse concrete per il rientro dei numerosi lavoratori fuggiti dal Paese.

La protesta, partita dal gruppo whatsapp “Rientro Italia”, conta più di 2.000 expat che, a causa di questa decisione, perderanno parte dei vantaggi previsti dalla norma, applicando una deduzione Irpef al 50% anziché al 70%.

I giovani vanno via dall’Italia per avere migliori condizioni lavorative

Nell’ultimo decennio il numero di italiani che ha deciso di uscire dai confini nazionali è salito a 1,3 milioni. Si tratta soprattutto di giovani di età compresa tra i 20 e i 39 anni, stanchi delle condizioni di vita nel nostro Paese. Sebbene l’ondata migratoria sia simile a quella avvenuta negli anni ’50, quella di questi anni ha la particolarità di avere tra le persone in partenza il 30% di laureati.

I dati evidenziano che per ogni giovane che viene a vivere in Italia sono 17 quelli che si trasferiscono altrove.

Cosa prevede la norma sugli expat

I provvedimenti non riguardano chi avrà la residenza anagrafica in Italia entro il 31 dicembre 2023. Le agevolazioni toccheranno invece chi, con un reddito entro i 600 mila euro, dimostrerà di aver mantenuto una residenza fiscale estera per almeno tre anni e resterà nel Paese nei cinque anni successivi dal suo ritorno. Ma oltre a questo, occorre che si tratti di lavoratori ad alta qualificazione o specializzazione, ovvero che rientrino nella classificazione Istat delle professioni Cp 2011:

  • di livello 1, che comprende legislatori, imprenditori e alta dirigenza;
  • di livello 2, che include professioni intellettuali, scientifiche e ad alta specializzazione;
  • di livello 3, che abbraccia le professioni tecniche.

Per il Ministro dell’Economia Giorgetti, i vantaggi fiscali non dovranno ricadere sui calciatori, perché “lo scopo della norma è di richiamare i cervelli”. Serve quindi rivolgersi “a quelle professionalità che per la loro eccezionalità meritano di essere trattate diversamente dalle altre, evitando forme di carattere elusivo.”

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