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Felicità sul lavoro: giovani, donne e operai i più insoddisfatti

Secondo l’Osservatorio BenEssere Felicità, il 45% degli italiani vorrebbe cambiare occupazione nei prossimi 12 mesi. Giovani della Gen Z, donne e operai sono i più infelici del proprio lavoro.

Il 60% dei giovani vuole cambiare lavoro nei prossimi 12 mesi

Una nuova analisi condotta dall’Osservatorio BenEssere Felicità ha evidenziato una sostanziale mancanza di felicità sul lavoro: il 60% dei giovani appartenenti alla Generazione Z e il 54% degli operai desiderano cambiare lavoro nei prossimi 12 mesi. Questo dati, diffusi in occasione della “Giornata internazionale della felicità” mettono in luce una crescente insoddisfazione tra i lavoratori italiani, con particolare rilievo per alcune zone della nostra penisola, in particolare nel Nord Ovest (49%).

Secondo l’Osservatorio, sussiste uno scollamento significativo in termini di reciprocità e percepito da parte dei lavoratori. Se il 76% degli intervistati ritiene che il proprio contributo migliori l’azienda, il 35% dichiara che il proprio lavoro non soddisfa i loro bisogni. Inoltre, per il 41% il lavoro non dà un senso alla loro vita, mentre per il 47% non aiuta a capire sé stessi.

L’indagine, che ha coinvolto 1000 persone appartenenti a tutte le generazioni, ha evidenziato che a livello nazionale l’indice medio di felicità per la vita si attesta al 40%, mentre quello per il lavoro raggiunge il 49%. Tuttavia, il 45% degli italiani sarebbe disposto a cambiare lavoro entro un anno. Di questi, il 24% vorrebbe cambiare azienda, mentre il 21% vorrebbe cambiare mestiere.

Felicità sul lavoro: disuguaglianze di genere e generazionali

Le disuguaglianze di genere e generazionali emergono chiaramente dall’analisi dei dati. Le donne italiane risultano essere le più infelici per il proprio lavoro, con il 52% che ha risposto negativamente riguardo al proprio grado di soddisfazione. Analizzando le categorie generazionali, emerge che la Generazione Z è quella meno soddisfatta del proprio lavoro (56%), seguita dai Millennials.

Lo studio ha anche indagato sui fattori considerati più importanti per la scelta di un nuovo posto di lavoro. L’empowerment, che include opportunità di crescita professionale, risulta essere al primo posto per il 30% dei lavoratori e lavoratrici, seguito dallo stipendio e dal welfare al 24%. Tempo libero e work-life balance incidono al 23%, mentre persone e valori al 20%.

I risultati dell’Osservatorio BenEssere Felicità sottolineano la necessità di un’attenzione urgente al benessere dei lavoratori, al fine di migliorare le condizioni lavorative e garantire una maggiore soddisfazione personale. Come ha affermato Sandro Formica, vicepresidente e direttore scientifico dell’Associazione Ricerca Felicità, “il lavoro ha un ruolo attivo nell’alimentazione della felicità”. Non ha caso il 51% degli intervistati alla domanda “se tu dovessi valutare quanto il tuo lavoro incide sulla tua felicità complessiva, che peso gli daresti?” hanno risposto molto e moltissimo.

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