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Freelance senza Partita IVA: quando e come lavorare in regime occasionale

È possibile lavorare come freelance senza aprire una Partita IVA? La risposta è sì, ma solo in determinate condizioni. Lavorare in maniera occasionale permette di evitare gli obblighi fiscali e contributivi delle attività professionali continuative, a condizione di rispettare specifici requisiti, limiti e obblighi.

Freelance senza partita IVA: come funziona il lavoro autonomo occasionale?

Lavorare da freelance senza Partita IVA è possibile grazie al lavoro autonomo occasionale. Questa tipologia di regime si configura come una prestazione lavorativa svolta in maniera sporadica, senza vincoli di subordinazione e senza far parte della struttura organizzativa del committente.

La caratteristica essenziale di questa forma contrattuale è proprio l’occasionalità. Affinché un’attività rientri in questa categoria, non deve essere svolta con continuità né con un’organizzazione autonoma da parte del prestatore. In questo senso, è fondamentale non confondere il lavoro autonomo occasionale con altre forme di lavoro accessorio, come le prestazioni occasionali (PrestO o ex Voucher).

Il lavoratore autonomo occasionale può operare senza Partita IVA, emettendo una semplice ricevuta per prestazione occasionale. Il lavoro autonomo occasionale non ha limiti di reddito: tuttavia, nel caso in cui si superi la soglia annua di 5.000 euro, il lavoratore è tenuto all’iscrizione alla Gestione Separata INPS e al versamento dei contributi previdenziali sulla quota eccedente.

Obblighi fiscali e modalità di emissione della ricevuta

Chi lavora come freelance senza Partita IVA è quindi esonerato dall’emissione della fattura, ma deve comunque fornire al committente una ricevuta per prestazione occasionale. La ricevuta deve contenere i dati anagrafici e il codice fiscale del lavoratore, data e luogo della prestazione, la firma del lavoratore e del committente, l’importo lordo del compenso e la ritenuta d’acconto del 20%, l’importo netto percepito e la dicitura “Prestazione fuori campo IVA ai sensi dell’art. 5 del DPR 633/72”.

Nel caso in cui l’importo della ricevuta superi i 77,47 euro, è necessario apporre una marca da bollo da 2 euro. Il committente è responsabile del versamento della ritenuta d’acconto tramite modello F24 (codice tributo 1040), entro il 16 del mese successivo all’erogazione del compenso. I redditi derivanti dal lavoro autonomo occasionale devono essere dichiarati nel Modello 730 o nel Modello Unico sotto la categoria di “redditi diversi”.

Chi può lavorare senza Partita IVA?

Non tutti i professionisti possono avvalersi del regime del lavoro autonomo occasionale. Secondo una nota del Ministero dell’Economia e delle Finanze, chi è iscritto a un albo professionale (avvocati, ingegneri, architetti, medici, commercialisti, etc.) è obbligato ad aprire la Partita IVA anche se la prestazione è occasionale.

Un altro limite riguarda l’abitualità e la professionalità dell’attività svolta. Se il lavoro viene esercitato in modo sistematico e continuativo, l’obbligo di apertura della Partita IVA diventa inevitabile. Infine, per garantire maggiore trasparenza e prevenire abusi, dal 2022 è obbligatoria la comunicazione preventiva all’Ispettorato Nazionale del Lavoro (INL) da parte del committente imprenditore, che deve segnalare l’avvio della collaborazione con il lavoratore autonomo occasionale.

In sintesi, il lavoro autonomo occasionale rappresenta un’opportunità per chi desidera operare senza gli oneri burocratici della Partita IVA, ma è fondamentale rispettare le condizioni previste dalla normativa per evitare sanzioni o irregolarità fiscali.

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