Il Global Gender Gap 2024 del World Economic Forum evidenzia un peggioramento del nostro Paese in termini di gender gap. Nonostante alcuni miglioramenti, l’Italia deve affrontare sfide significative nella partecipazione lavorativa, economica e politica delle donne. La riqualificazione professionale è cruciale per ridurre le disparità di genere nel mercato del lavoro.
Gender gap: parità di genere in aumento dello 0,1% a livello globale, ma l’Italia va male
Pur essendo un tema importante, la parità di genere nel mondo è ancora lontana, soprattutto in Italia.
Il Global Gender Gap del World Economic Forum, infatti, ha rivelato un progresso minimo nella parità di genere a livello globale, con un aumento dello 0,1% rispetto all’anno precedente. Secondo stime, al ritmo attuale saranno necessarie circa cinque generazioni, l’equivalente di 134 anni, per raggiungere l’effettiva parità di genere.
Il progresso è ancora più lento considerando i 101 paesi che erano inclusi nella prima edizione del rapporto nel 2006 (nell’edizione 2024 erano 146). “La mancanza di cambiamenti significativi e diffusi rispetto all’ultima edizione rallenta di fatto il tasso di progresso verso il raggiungimento della parità” si legge in una nota.
A livello globale, il paese più virtuoso è l’Islanda, seguito da Finlandia e Norvegia. Nella top ten al quarto posto si colloca la Nuova Zelanda e a seguire Svezia, Nicaragua, Germania, Namibia, Irlanda e Spagna. L’America Latina e i Caraibi hanno riscontrato un miglioramento significativo (+8,3%) dal 2006, il migliore di qualsiasi altra regione. Progressi importanti sono stati registrati in particolare in Ecuador (+34%) Sierra Leone (+32%), Guatemala (+24%), Cipro (+22%), Romania e Grecia (+20%). Viceversa, l’Italia occupa appena l’87° posto della classifica mondiale, un dato a dir poco allarmante.
Italia al 37° posto in Europa per parità di genere
L’Europa si conferma leader a livello globale per la parità di genere, avendo chiuso complessivamente il 75% del gap, con un miglioramento del 6,2% dal 2006. Seguono il Nord America (74,8%) e la regione dell’America Latina-Caraibi (74,2%). Com’era inevitabile, l’Islanda guida anche la classifica dei paesi europei con il 93,5%, seguita da Finlandia (87,5%), Norvegia (87,5%), Svezia (81,6%), Germania (81%), Irlanda (80,2%) e Spagna (79,7%).
Viceversa, l’Italia col 70% continua a perdere terreno nella graduatoria generale. Dopo aver già perso 16 posizioni nel 2023, è scesa ulteriormente di 8 posizioni, piazzandosi al 37° posto in Europa tra Cipro e Ungheria. Il nostro Paese si salva parzialmente, grazie ai progressi nel settore educativo, ma arretra nella partecipazione economica, collocandosi al 56° posto a livello globale. Migliora nell’empowerment politico, ma scende all’11° posto per partecipazione e opportunità economiche e al 94° post per salute e sopravvivenza.
Gender gap: segnali positivi e sfide future
Dal report sono emersi, tuttavia, anche dei segnali positivi.
La quota di donne nei Consigli di amministrazione è aumentata dal 38,8% al 42,6%. La percentuale di aziende a proprietà prevalentemente femminile rimane stabile all’11,5%, così come la quota di aziende con donne tra i top manager (15,3%). La qualità del lavoro mostra un lieve miglioramento con una diminuzione delle donne che lavorano part-time, scese dal 50,67% al 49,49%, anche se restano la maggioranza rispetto agli uomini (23%).
Le donne italiane continuano a dedicare molto più tempo rispetto agli uomini ai lavori domestici e di cura non retribuiti (20,4% contro 8,4%). Tuttavia, sono più le donne a laurearsi (54,5% contro 35%) e quasi eguagliano gli uomini nel conseguimento dei dottorati di ricerca (0,39% contro 0,43%).
In termini di competenze, il rapporto segnala una presenza femminile significativa nel settore dell’Intelligenza Artificiale (IA). Negli ultimi sette anni, la presenza di donne nell’ingegneria IA è praticamente raddoppiata, sebbene rappresenti solo lo 0,2% del totale.
Skills e opportunità di lavoro
I dati del report rivelano che la maggior parte dei lavoratori, uomini e donne, è attivamente alla ricerca di opportunità per espandere le proprie competenze. Tuttavia, le donne tendono a sottovalutare l’importanza delle competenze digitali, analitiche e green per il futuro delle loro carriere.
Il divario di genere persiste anche nelle opportunità percepite di acquisire competenze future, evidenziando l’importanza della riqualificazione professionale per incentivare la partecipazione delle donne a ogni genere di lavoro senza pregiudizi.
In conclusione, il report del Global Gender Gap 2024 del World Economic Forum evidenzia una situazione complessa per l’Italia e per il mondo. Sebbene alcuni progressi, il ritmo attuale è troppo lento per raggiungere la parità di genere in tempi ragionevoli. E in questo senso serve indubbiamente un’accelerata.