Differenza negli stipendi, difficoltà a far carriera, pochi aiuti per fare andare di pari passo maternità e lavoro: il Gender Gap è un problema attuale e molto serio. Per questo nasce WomenXImpact, un evento di riferimento in Italia sui temi della leadership e dell’ empowerment femminile. Abbiamo intervistato la fondatrice della rassegna, Eleonora Rocca.
WomenXImpact, l’evento che combatte il Gender Gap
Lei è una donna di quelle che non si fermano davanti a nulla. Forte, competente, brillante e determinata, Eleonora Rocca, non ha bisogno di avere atteggiamenti maschili per risultare autorevole. Basta leggere la sua bio: romana di origini e londinese d’adozione, è fra le prime donne a occuparsi di innovazione e strategie digitali in Italia. Laureata in Giurisprudenza con un Master in Marketing e Comunicazione presso la Business School del Sole 24 Ore e un Corso di Specializzazione in Evolution Marketing e Social Media presso lo IED di Milano, ha un lungo curriculum costellato di importanti esperienze nei campi marketing e sales, da quella per Hewlett Packard a quelle per Roberto Cavalli, Privalia, Microsoft, Kingston Technology, TP-LINK e ZONES inc.
Ma i suoi migliori successi sono arrivati quando ha dato vita al suo primo sogno imprenditoriale fondando da sola Mashable Social Media Days e ora è Co-Founder, Vice-President e Chief Marketing Officer di Horizone Group Ltd nonché Fondatrice, Managing Director di WomenX Impact, evento internazionale punto di riferimento in Italia sui temi della leadership e dell’empowerment femminile. Ed è proprio in vista della seconda edizione di WomenX Impact, in programma dal 17 al 19 novembre a Bologna 2022 (in presenza e online), che HRNews ha deciso di intervistarla.
Eleonora, le donne nel mondo del lavoro continuano a essere discriminate. Basti pensare alla differenza fra gli stipendi fra uomini e donne, oltre ai soffitti di cristallo difficili da rompere. WomenXImpact cerca proprio di andare a colmare il divario, aiutando le donne a sviluppare il proprio potenziale. Quando e perché hai pensato di creare questo evento?
Women x Impact nasce nel dicembre 2020 da un’idea che ho sviluppato durante la mia carriera professionale nel settore tech, ancora oggi dominato da uomini, presso grandi aziende tra Roma, Milano e Londra, dove risiedo da 10 anni.
Nel 2014 ho deciso di iniziare il mio percorso da imprenditrice fondando la mia prima azienda, che ho fatto nascere e crescere fino al mio exit.
A quel punto ho sentito la necessità di creare qualcosa che potesse aiutare le donne a superare le discriminazioni, anche al fine di vedere sempre più donne imprenditrici, che credono nei propri sogni e che quantomeno provano a fare questo passo.
Terminata quell’esperienza ho sentito il bisogno di fare qualcosa per evitare che altre donne vivessero quello che avevo vissuto io. Negli anni ho partecipato a molte attività di divulgazione attraverso docenze e talk rivolti alle donne, e dalle domande che mi ponevano – e mi continuare a porre adesso –, ho capito che purtroppo manca ancora oggi un percorso di mentoring che accompagni le donne dopo gli studi e durante la loro carriera professionale. Ancora oggi mi scrivono in tante per chiedermi consigli sulla loro carriera. A questa esigenza vuole rispondere Women X Impact.
Da dipendente di grandi aziende IT a imprenditrice, c’è stato un episodio particolare che ti fatto scattare la molla che ti ha spinto a fondare una tua azienda?
La voglia di fondare la mia azienda nasce da un momento di frustrazione molto grande. Nonostante io avessi un bellissimo lavoro, nella città dei miei sogni (Londra) con un ottimo stipendio, non mi sentivo felice appieno. Sentivo dentro di me un grande desiderio: quello di creare qualcosa che fosse mio. Che mi potesse permettere di dare ampio spazio alla mia creatività, passione ed entusiasmo.
Quali difficoltà hai incontrato nel tuo percorso professionale e come le hai superate?
Molte sono le difficoltà incontrate ed é sicuramente difficile riassumerle in poche righe. Ho imparato però a superarle grazie ad impegno e competenza. Ho imparato che la fortuna non esiste, ma che il duro lavoro paga e soprattutto ho imparato a sognare. Perché quando si ha una visione a lungo termine ed un obiettivo che a volte può risultare irraggiungibile, il superamento di ogni ostacolo diventa una piccola vittoria ed un passo verso la meta.
Dal successo della precedente azienda a quello di WomenXImpact. Quali tue skills sono state determinanti per raggiungere i tuoi obiettivi?
Sicuramente determinazione, curiosità ed umiltà. Essere determinata mi ha aiutato a mantenere fede al mio obiettivo, anche nei momenti più difficili. La curiosità è invece il mio motore, ció che mi spinge tutti i giorni a fare la differenza. L’umiltà mi ricorda che c’è sempre da imparare, che la formazione è un processo continuo e che solo con la conoscenza si può fare veramente innovazione.
Sei una donna che ha raggiunto risultati importati in poco tempo, ti sei mai sentita in qualche modo discriminata o vittima di pregiudizi?
Si mi e’ capitato moltissime volte in 20 anni di carriera. Tuttavia ritengo che la soluzione stia proprio nell’aprire un dialogo che comprenda anche gli uomini nella conversazione. Non credo nel voler cambiare e/o migliorare le cose senza il dialogo , che è sempre un pre requisito fondamentale se si vuole davvero operare un cambiamento socio-culturale, altrimenti si fa soltanto una ‘guerra uomini contro donne’ che non permette alcun miglioramento
Da ormai 10 anni vivi a Londra, lasciare l’Italia ti ha offerto delle possibilità difficili da trovare nel nostro Paese?
Londra offre molto di più dell’Italia in generale per tutti a mio avviso, non solo per le donne. Qui ci sono molti incentivi, supporti, sgravi fiscali e formazione gratuita che consentono a chi vuole fare impresa, specie all’inizio, di potercela fare in modo meno complesso. Inoltre il mercato del lavoro e’ davvero molto dinamico e di conseguenza anche prima di decidere di fare impresa sono riuscita a trovare delle opportunita’ molto interessanti per la mia carriera.
Detto ciò nessun Paese è perfetto, trovo che anche l’Italia abbia i suoi lati positivi , diciamo che molto dipende da come si è e da cosa si vuole ottenere nella vita. Per me vivere in un paese efficiente e multiculturale era fondamentale per poter essere felice e per questo. ho scelto Londra, ma non significa che sia la scelta giusta per tutti.
Che differenze hai notato fra l’Inghilterra e l’Italia in merito al trattamento delle donne nei contesti lavorativi?
Sicuramente i concetti di flessibilità e meritocrazia, l’apertura mentale tipiche del contesto londinese, sono elementi fondamentali quando si cerca di costruire una carriera o il proprio business. E questo aiuta e supporta sicuramente le donne anche per combattere il gender gap.
Diciamo che anche qui c’è ancora molto lavoro da fare in quanto settori estremamente men dominated ce ne sono anche qui e le discriminazioni ci sono anche qui, ma a mio avviso l’Inghilterra è molto più avanti anche nella creazione di leggi che vadano davvero a punire i datori di lavoro che discriminino qualcuno, non solo in base al sesso ma anche in base alla cultura, alla religione ecc.. Basti pensare che in UK, da più di 13 anni non è necessario/obbligatorio e anzi è sconsigliato inserire la data di nascita sul curriculum, proprio perché si cerca di prevenire in tutti i modi la tendenza a discriminare.
Nella classifica sull’ampiezza del divario di genere in tutto il mondo realizzata dal WEF, l’Italia si colloca in 63esima posizione. Su quali fronti è urgente intervenire, secondo te?
Il gap salariale delle donne in posizioni di leadership pende in negativo verso le donne in Italia ma anche in molti altri Paesi d’Europa. A mio avviso noi donne tendiamo a negoziare il salario molto meno rispetto agli uomini: tendiamo a non spingerci oltre abbastanza , al non credere nelle nostre capacità e ad essere meno risolute degli uomini quando si tratta di puntare i piedi e chiedere aumenti di stipendio. Quindi sicuramente bisogna agire sul tema gender pay gap. In seconda battuta bisogna aumentare l’educazione e la divulgazione riguardo a questi temi nelle scuole elementari, perché solo cosi possiamo agire sulle nuove generazioni e immaginarsi un futuro migliore. In terza e ultima battuta bisogna fare tanta formazione in azienda, e ancora una volta coinvolgere anche gli uomini, al fine di eliminare tutti quei bias cognitivi e comportamenti sbagliati che si mettono in atto e che impediscono alle donne di crescere come dovrebbero.
E’ un dato di fatto che in moltissimi settori le donne siano in netta minoranza e lo dimostra il fatto che la posizione di Kamala Harris o, per stare sull’Italia, la posizione di Elena Patrizia Bottini (la prima donna a capo di una grande banca italiana) facciano ancora notizia, quando dovrebbe rappresentare la normalità. Per risolvere questa situazione c’è bisogno di formazione e conoscenza. Per questo eventi come WomenX Impact sono fondamentali per creare community sempre più sensibili a queste tematiche. È necessario per le aziende avere spazi di confronto su questi temi.
Le quote rosa in azienda possono essere una soluzione?
Possono essere uno strumento per aiutare alcuni management a riflettere ma penso che la vera soluzione sia lavorare su dei processi veri di gender equality in azienda. Personalmente non credo che ‘imporre’ un certo numero di donne in posizioni di leadership possa migliorare davvero le cose perche’ si rischia di fare scelte poco meritocratiche, tanto perche’ ‘bisogna farlo”- invece no, la chiave sta proprio nel riuscire a permettere alle donne di essere considerate alla pari e a ‘meritare’ quelle posizioni potendo ‘gareggiare’ allo stesso livello degli uomini.
Immagino che per WomenXImpact avresti potuto scegliere qualsiasi location, perché hai deciso di farlo in Italia e in particolare a Bologna?
Ho deciso di farlo in Italia perché sono italiana e nonostante io viva all’estero da tanti anni, sono ancora molto vicina al nostro paese e alle sue problematiche. In Italia abbiamo ancora un problema di gender salary gap molto forte e penso che sia fondamentale portare avanti eventi come il nostro cosi come abbiamo tanto bisogno di guidare donne più o meno giovani nei processi di crescita sia personale che professionale e di conseguenza un luogo fisico dove conoscersi, formarsi, incontrarsi e stringere alleanze e che non si ferma solo all’evento ma che fa tante altre attività durante l’anno è davvero un’attività fondamentale se si vogliono ottenere dei risultati concreti.
Bologna è una città aperta, innovativa, sensibile a questi temi nonche’ facilmente raggiungibile da tutta Italia . Una città che è riuscita subito ad intuire il valore di un evento come il nostro e a supportare il nostro messaggio.
Se pensi a WomenXImpact fra 5-10 anni come ti immagini sia la sua naturale evoluzione e quali obiettivi vorresti raggiungere in futuro?
Internazionale. Ad oggi WXI è un evento unico nel suo genere in Italia che in poco tempo ha raggiunto numeri altissimi ed una forte partecipazione perché ce n’era bisogno. Perché le donne avevano bisogno di una community come questa. Oggi sempre più richieste riceviamo da tutto il mondo ed è per questo che nei prossimi anni vedo un network sempre più internazionale. Inoltre quest’anno abbiamo svolto anche numerose attivita’ di formazione e divulgazione all’interno delle aziende e dato l’interesse crescente su queste tematiche mi aspetto di continuare a svolgere tanti bei progetti b2b con focus empowerment femminile e imprenditorialita’ in azienda.
I numeri di WomenXImpact raccontano tanto della voglia delle donne di affermarsi sul lavoro e nella vita privata. Quali consigli ti senti di dare alle donne che faticano a trovare la loro dimensione?
Di confrontarsi. Entrare in una community, favorire il networking è importantissimo perché soprattutto in questo campo significa “confronto e supporto”. Significa eliminare le barriere che ci bloccano quando vogliamo raggiungere degli obiettivi facendo leva sull’expertise ed il mentoring di altre colleghe (e anche colleghi) che possano permetterci di imparare dai loro errori, di beneficiare del loro network, di ottenere quelle risposte a dubbi sui passi da fare.