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I neoassunti potranno versare contributi INPS in più per avere una pensione più alta

Un emendamento dei relatori alla Manovra, contenuto nella Legge di Bilancio, introduce la possibilità di versare contributi aggiuntivi all’INPS per migliorare l’importo della pensione futura. Dal 1° gennaio 2025 i neoassunti potranno versare contributi all’ente previdenziale su base volontaria per ottenere una pensione più alta.

Contributi INPS volontari per ottenere una pensione più alta

Una pensione più alta grazie a un meccanismo volontario di contribuzione aggiuntiva: questa è la proposta contenuta nel maxi emendamento correttivo alla Legge di Bilancio. La nuova misura offre ai neoassunti la possibilità di aumentare i contributi INPS su base volontaria, in modo da assicurarsi un trattamento pensionistico migliore al momento del ritiro dal lavoro.

Si tratta di una flessibilità “inedita” che mira a rispondere alle esigenze di una generazione alle prese con salari bassi e contratti precari. Tradizionalmente, la discussione sulla flessibilità in ambito pensionistico si è concentrata sui requisiti di uscita anticipata dal mondo del lavoro. Tuttavia, l’emendamento introduce un nuovo concetto: la flessibilità di importo. Il focus si sposta, quindi, sulla possibilità per i nuovi lavoratori di incrementare la propria pensione futura attraverso il versamento volontario di contributi aggiuntivi.

Questa modifica risponde a un problema crescente: molti giovani, a causa di lavori precari e salari non adeguati, rischiano di percepire pensioni troppo basse. La possibilità di incrementare i contributi mensili rappresenta quindi uno strumento per garantire un futuro previdenziale più sicuro e dignitoso.

Come funzionano i contributi volontari

Attualmente, nel Fondo Pensioni Lavoratori Dipendenti, i contributi ammontano al 33% dello stipendio, di cui il 9,19% è a carico del dipendente. La proposta contenuta nel maxi emendamento consentirebbe al lavoratore di incrementare la propria quota, senza modificare la parte a carico del datore di lavoro.

Ad esempio, un lavoratore potrebbe scegliere di versare un contributo aggiuntivo del 2% del proprio stipendio. Su una retribuzione mensile di 1.400 euro, questo equivarrebbe a una trattenuta di circa 20-22 euro netti al mese. Un piccolo sacrificio economico, che potrebbe tradursi in una pensione sensibilmente più alta domani.

Per rendere la misura più appetibile, il governo ha previsto inoltre un incentivo fiscale. I contributi INPS volontari sarebbero infatti deducibili al 50% dal reddito imponibile, con un parziale recupero della spesa attraverso la dichiarazione dei redditi dell’anno successivo. Questa deduzione fiscale permette di attenuare l’impatto immediato sulla busta paga, incentivando così una pianificazione previdenziale più consapevole e responsabile.

Verso un fondo pensione integrativo

Il maxi emendamento mira a trasformare il sistema pubblico di previdenza in una sorta di fondo pensione integrativo. La possibilità di versare contributi INPS aggiuntivi su base volontaria avvicina il sistema pensionistico pubblico alle dinamiche della previdenza complementare.

Si tratta di un’opzione che offre ai lavoratori una maggiore autonomia e consapevolezza nella gestione del proprio futuro previdenziale e una possibilità concreta di migliorare la rendita futura. Un futuro pensionistico che dipenderà anche da altri molteplici fattori, come il tasso di natalità, l’inflazione, i trend economici e occupazionali. Nel frattempo, resta da vedere se questa proposta sarà approvata.

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