Secondo uno studio di Italiacamp e Università di Catanzaro, la maggior parte delle startup italiane includono l’impatto sociale nella propria mission
La maggior parte delle startup italiane, comprese quelle che operano in altri settori, includono l’impatto sociale nella propria mission. È quanto emerso da una recente indagine di Italiacamp e Università “Magna Graecia” di Catanzaro, che ha coinvolto oltre 300 startup di diversi settori. All’interno del campione, soltanto il 10% sviluppava attività per definizioni “sociali”. Il resto, invece, operava in ambiti completamente diversi, come l’Intelligenza Artificiale, la Smart Mobility, l’Healthcare e l’Agritech. La ricerca si è concentrata appositamente su questa categoria di aziende innovative, con risultati molto interessanti in merito alla tematica proposta.
Infatti, delle startup che non appartengono ai settori sociali, il 95% ha dichiarato di possedere una buona consapevolezza in merito alle questioni d’impatto sociale. Il 40% ha incluso questo focus nella propria mission aziendale, mentre il 30% ha dichiarato di aver avuto a che fare con l’impatto sociale indirettamente. Interessante anche il dato relativo alla misurazione dell’impatto sociale in azienda. Il 78% delle startup “non sociali” ha dichiarato di aver incluso una qualche forma di misurazione, qualitativa o quantitativa, nei propri processi aziendali. Un quarto del campione ha addirittura integrato l’impatto sociale nella strategia di pianificazione aziendale. Solo il 22% non ha adottato alcuna forma di misurazione dell’impatto.
Per quanto riguarda gli investimenti, invece, 15% ha dichiarato di aver ricevuto un investimento a impatto sociale. L’81% ha affermato di essere Impact Investment Ready, mentre solo il 4% si considera Non Impact Ready. In linea generale, le startup coinvolte nell’indagine hanno dato la loro disponibilità a introdurre delle forme di misurazione dell’impatto nella gestione delle proprie organizzazioni se sorgesse l’opportunità di ricevere investimenti o se richiesto da un investitore. “In generale l’ecosistema italiano delle startup ha una diffusa conoscenza e propensione all’integrazione dell’impatto sociale quando si tratta di considerazioni strategiche” ha sottolineato Elisabetta Scognamiglio, Head of Communities Domain di Italiacamp. “Tuttavia, le startup fanno ancora fatica a sviluppare quei processi di pianificazione e valutazione impact oriented, capaci di attirare quegli investitori che oggi sono sempre più attenti agli aspetti di sostenibilità e impatto”.