I giovani percepiscono retribuzioni mediamente basse nonostante l’alto livello di istruzione. E’ quanto emerge dallo studio del Consiglio nazionale dei giovani e di Eures, in cui si esaminano le difficoltà degli under 35.
Un’indagine realizzata nel 2022 dal Consiglio nazionale dei giovani in collaborazione con Eures approfondisce le principali criticità degli under 35 nel mondo del lavoro. Il rapporto, dal titolo “Nuove professioni e nuove marginalità”, esamina vari aspetti, dal precariato alla bassa retribuzione, dagli annunci di lavoro inappropriati ai livelli di soddisfazione degli interessati.
Il guadagno dei giovani in cifre
In generale le retribuzioni risultano mediamente basse, tanto che un giovane guadagnerebbe poco più della metà di un collega adulto.
In base ai dati, infatti:
- il 43% percepirebbe una retribuzione netta mensile inferiore a 1.000 euro;
- il 33% guadagnerebbe un salario compreso tra i 1.000 e i 1.500 euro;
- solamente il 24% supererebbe i 1.500 euro netti, ma rimanendo sotto la soglia dei 2.000 euro.
Preoccupati per il futuro, i giovani credono che la pensione non permetterà loro di vivere dignitosamente. Un altro problema evidenziato dallo studio è la bassa percentuale di contratti con un compenso mensile fisso. Nella maggior parte dei casi si tratta di un guadagno a provvigione che non consente di avere una solida base economica per fare investimenti a medio-lungo termine. Da questo deriva non solo un ritardo delle nuove generazioni a lasciare la casa dei propri genitori, ma anche uno dei motivi legati alla denatalità del Paese.
Le criticità segnalate dagli intervistati
La ricerca sottolinea che solo il 54% degli under 35 ritiene di essere retribuito in misura idonea rispetto al tipo di lavoro svolto, mentre il 46% sostiene di ricevere un salario non adeguato.
- il 31% contesta che le ore di lavoro sono superiori a quelle stabilite;
- l’8% afferma che la retribuzione sia inferiore a quanto previsto;
- il 7,5% dichiara di non essere pagato affatto nonostante l’attività svolta;
- il 5,8% non crede che la tipologia contrattuale sia adeguata;
- il 4,4% denuncia di essere vittima di molestie e vessazioni;
- il 4% lamenta l’imposizione di un trasferimento non concordato in altro comune o regione.
Giovani sfruttati e sovraeducati
Precari ma sovraeducati: si tratta di un fenomeno che colpisce sempre più di frequente le nuove generazioni. Nonostante il livello di studio raggiunto e le competenze richieste da un’azienda per un determinato ruolo non siano allineati, i giovani sono costretti ad accettare il lavoro essendo l’unica scelta obbligata.