Molti ricercatori concordano nell’affermare che il luogo di lavoro influenza le capacità intellettive e cognitive dei lavoratori, impattando sulle loro performances
In questi anni di pandemia, in cui i lavoratori hanno dovuto cambiare spesso le proprie abitudini, molti ricercatori si sono soffermati sul rapporto tra luogo di lavoro e produttività. In questo senso, gli esperti hanno rilevato che il cervello umano è estremamente sensibile al contesto in cui si opera. Più l’ambiente è riconosciuto come proprio, più le performances tendono ad aumentare. Questo fenomeno è definito “appartenenza ambientale”. La presenza di oggetti personali o legati alle proprie passioni, i così detti “segnali di identità ”, hanno effetti concreti sul modo di lavorare. I ricercatori hanno scoperto che le persone, quando occupano spazi che considerano di propria appartenenza, si sentono “più fiduciose e capaci, più efficienti e produttive, più concentrate e più inclini a perseguire i propri interessi con energia”.
Molti esperimenti hanno avvalorato questa tesi, tra i quali quello compiuto dagli psicologi Craig Knight e Alex Haslam. Nel corso di questo esperimento, alcuni volontari dovevano eseguire una serie di compiti in quattro ambienti diversi: un ufficio spoglio e minimalista, un ufficio arredato, un ufficio arredato secondo i gusti dei partecipanti e un ufficio in cui le preferenze dei partecipanti erano state alterate senza il loro consenso. L’esperimento ha evidenziato che i volontari che hanno lavorato nell’ufficio arredato secondo le proprie preferenze hanno ottenuto le migliori performances. Circa il 15% in più del lavoro rispetto all’ufficio arredato e circa il 30% in più rispetto a quello spoglio e minimalista.
Alcuni studi e ricerche, inoltre, si sono concentrati sugli spazi di coworking, gli ambienti di lavoro condivisi, molto utilizzati da start up e giovani professionisti. Secondo gli esperti, chi lavora in uno spazio condiviso open space è molto meno efficiente e produttivo rispetto a chi possiede un ufficio privato. Lo spazio coworking, infatti, abbonda di distrazioni che attraggono il cervello umano, come una conversazione al telefono o uno sguardo dalla scrivania di fronte. Queste attività, che il cervello svolge in modo spontaneo, consumano molte risorse mentali, riducendo la potenza cerebrale dedicata al lavoro e di conseguenza le performaces.