Lo scorso 10 giugno Cribis ha pubblicato un report sull’imprenditoria femminile in Italia. Dallo studio sono emersi alcuni dati scoraggianti rispetto al gender gap nel nostro Paese. Meno di una donna su cinque, infatti, si trova ai vertici di un’azienda.
Imprenditoria femminile: solo il 18% delle aziende italiane sono guidate da donne
Secondo il report di Cribis, effettuato su un campione di circa 5,2 milioni di imprese in Italia, solo 950 mila sono guidate da donne. Esse costituiscono il 18% del totale, evidenziando un persistente divario di genere in questo specifico ambito.
Per la ricerca sono state prese in considerazione le aziende che rientravano in uno di questi parametri: società di capitali con l’organo di amministrazione costituito per la maggioranza da donne o che detengono la predominanza delle quote di capitale; società di persone costituite prevalentemente da donne; ditte individuali con titolari donne.
Il report ha evidenziato, inoltre, che il 95,8% del totale delle imprese femminili è costituito da microimprese. In più, solamente lo 0,2% raggiunge un punteggio di internazionalizzazione elevato, mentre l’87% risulta ad un livello basso. Per quanto riguarda invece la digital attitude l’andamento è simile: alta nell’1,6% dei casi e bassa per l’88,2%.
Lombardia prima in Italia per imprese al femminile
Nella top 3 delle regioni in Italia con la più alta percentuale di aziende gestite da donne c’è la Lombardia (14,9%). A seguire il Lazio (10,4%) e la Campania (10,1%). Nelle altre regioni la percentuale non supera il 10%. Per quanto riguarda invece la quota di imprese femminili sul totale delle aziende regionali, i primi posti sono occupati dalla Basilicata (19,5%), dal Lazio (19,4%) e dall’Abruzzo (19,3%).
I risultati variano significativamente se si considera la presenza di imprese femminili rispetto al totale delle aziende nelle province. In questo caso la percentuale maggiore di imprese gestite da donne si trova nella provincia di Prato (22,8%), La Spezia (21,3%) e Frosinone (21,1%). Le province con le percentuali più basse, invece, sono Bolzano (14,4%), Ferrara (14,6%) e Trento (14,9%).
Riguardo ai settori, le imprese guidate da donne si focalizzano prevalentemente nei servizi sociali (43%), nelle industrie tessili (37%) e nel commercio al dettaglio di abbigliamento e accessori (35,7%).
Stereotipi, discriminazioni e assenza di politiche efficaci
I risultati evidenziati dal report sono dovuti a diversi fattori.
La cultura e le tradizioni giocano un ruolo significativo, con stereotipi di genere ben radicati nella società che spesso influenzano le scelte professionali delle donne.
Oltre a questo, sussistono barriere strutturali come la mancanza di opportunità di networking, l’accesso limitato ai finanziamenti e alle risorse economiche, nonché la difficoltà nel bilanciare lavoro e famiglia. La discriminazione di genere, seppur meno evidente rispetto al passato, continua a essere un ostacolo significativo per le imprenditrici.
Ulteriore fattore limitante è la mancanza di politiche governative efficaci per promuovere e sostenere l’imprenditoria femminile. Viceversa, da parte delle donne, la scarsa visibilità di modelli di successo femminile nel mondo del business può influenzare negativamente le aspirazioni e la percezione delle opportunità disponibili.