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Incentivi per i medici che fanno il turno di notte: cosa sta succedendo?

La defiscalizzazione e gli incentivi a favore dei medici vengono applicati solo parzialmente nonostante la Legge sulle liste d’attesa sia in vigore. A ostacolare l’applicazione della norma sono le Regioni, specialmente per i turni di notte, per i quali reperire il personale è sempre più difficile.

Nel 2024 il Governo italiano ha introdotto una flat tax del 15% sugli straordinari dei medici per ridurre le lunghe liste d’attesa nella sanità pubblica. La misura, prevista dal decreto-legge n. 73/2024 successivamente convertito nella Legge n. 107/2024, è stata adottata per incentivare i camici bianchi a lavorare oltre il proprio turno.
La norma, che mira a garantire il diritto alla salute, sta incontrando numerosi ostacoli.
Diverse Regioni hanno ritardato l’attuazione del provvedimento, mentre hanno escluso dalla defiscalizzazione gli straordinari notturni, suscitando proteste da parte dei sindacati dei medici. In Puglia, Molise, Emilia Romagna, Calabria e Trentino, ad esempio, i pagamenti per le ore aggiuntive sono stati effettuati in ritardo nonostante la misura fosse di fatto già entrata in vigore.
Assicurare che le prestazioni vengano offerte nei tempi previsti e adeguati per il cittadino è fondamentale. Per Guido Quici, Presidente della Federazione Cimo-Fesmed, l’atteggiamento delle Regioni è l’ennesimo atto ostile nei confronti della categoria.

Turni di notte e carenza di personale aumentano le liste d’attesa

Se i medici si trovano alle prese con un ritardo nei pagamenti degli straordinari effettuati in orario diurno, per i quali tuttavia viene comunque riconosciuta l’applicazione della flat tax al 15%, per le ore extra che vengono lavorate di notte, invece, non viene riconosciuto nemmeno il beneficio della tassazione ridotta.
La Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome ha infatti deciso di escludere il lavoro notturno dalla tassazione agevolata introdotta dal Governo per incentivare gli straordinari. Questa decisione è stata criticata dai sindacati, che sottolineano l’importanza del lavoro notturno per il funzionamento degli ospedali e il contenimento delle liste d’attesa.
I turni notturni rappresentano una delle maggiori difficoltà per i medici, che spesso affrontano situazioni critiche con risorse limitate.
Secondo i sindacati questa esclusione rischia infatti di rendere ancora più difficile il reperimento di personale sanitario disposto a prestare servizio durante le ore notturne.

I mancati incentivi rischiano di pesare sul sistema sanitario

La norma è applicata in modo non corretto dalle Regioni che, non permettendo la defiscalizzazione prevista dalla Legge n. 107/2024, agiscono in modo contrario alla legge.
La mancata applicazione uniforme della normativa così rischia di aggravare le già difficili condizioni del sistema sanitario italiano.
I rappresentanti dei medici, come il sindacato Cimo-Fesmed, hanno annunciato possibili ricorsi legali e richieste di chiarimenti ai ministeri competenti.
Se non verranno trovate soluzioni, dunque, il disincentivo a coprire turni aggiuntivi potrebbe peggiorare l’accesso dei cittadini alle cure.
Per evitare ulteriori tensioni, è necessario un intervento coordinato tra Governo e Regioni per garantire una gestione equa ed efficace delle risorse umane nella sanità pubblica.

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