Secondo l’ultimo Osservatorio INPS sul precariato, nel 2022 le assunzioni sono state oltre 8 milioni, di cui 1,3 milioni circa le assunzioni a tempo indeterminato. Cresce il numero del personale soprattutto nelle grandi aziende, nei settori delle costruzioni e del terziario professionale.
INPS: +18% le assunzioni a tempo indeterminato
Secondo l’ultimo Osservatorio INPS sul precariato si può tirare un bilancio positivo circa quanto accaduto nel corso del 2022 sul fronte del mercato del lavoro. Le assunzioni attivate dai datori di lavoro privati (esclusi quelli agricoli) sono state 8.058.560, in aumento dell’11% rispetto all’anno precedente. Viceversa, le cessazioni sono state 7.617.318, con un saldo positivo di 441.242 unità.
Nello specifico, le assunzioni a tempo indeterminato sono state 1.374.342, in aumento del 18% rispetto al 2021. In generale, INPS ha registrato anche una crescita generale per tutte le diverse tipologie di contratti a termine: intermittenti (+16%), apprendistato (+11%), tempo determinato e stagionali (+10%) e somministrati (+5%).
Le trasformazioni in contratto stabile sono state 864.661, di cui 751 mila dal tempo determinato e 113 mila dai rapporti di apprendistato. L’incidenza del part time è rimasta piuttosto stabile nel toale delle assunzioni a termine (37%), mentre è diminuita nelle assunzioni a tempo indeterminato (32%).
Gli aumenti hanno caratterizzato soprattutto le aziende di grandi dimensioni e, nello specifico, il settore delle costruzioni e del terziario professionale, con particolare accezione per il segmento della consulenza informatica.
Cresce anche il numero delle dimissioni
Rispetto al 2021, le cessazioni nello scorso anno sono aumentate del 16%, toccando quota 7,6 milioni circa. Nello specifico, le cessazioni da contratti intermittenti sono aumentate del 27%, da contratti a tempo determinato e stagionali del 18%, da contratti di apprendistato del 14%, da contratti a tempo indeterminato del 12% e da contratti in somministrazione dell’11%.
I licenziamenti di natura economica sono stati 377.423 con un aumento del 40,8% rispetto al 2021. Tuttavia, è doveroso ricordare che fino al 30 giugno 2021, per gran parte dell’industria, e fino al 31 ottobre 2021, per il terziario e il resto dell’industria, i licenziamenti economici erano bloccati dalle normative anti-Covid.
Nel 2022 si sono registrate anche 1.255.706 dimissioni volontarie da rapporto di lavoro a tempo indeterminato con un aumento del 9,7% rispetto al 2021, tuttavia ascrivibili, nella maggior parte dei casi, ad un cambio di azienda e non allo sviluppo di un’attività autonoma.
“Nel corso del 2022” si legge in una nota dell’INPS “i flussi nel mercato del lavoro (assunzioni, trasformazioni, cessazioni) hanno completato la ripresa dei livelli pre-pandemici, compromessi nel biennio 2020-2021 dall’emergenza sanitaria con le connesse chiusure e restrizioni, evidenziando, anzi, incrementi rispetto al 2019 sia nei movimenti di ingresso-uscita (assunzioni e cessazioni), sia nelle trasformazioni da rapporti a termine a rapporti a tempo indeterminato”.