Secondo la ricerca dell’Osservatorio AIBE-Index sugli effetti del Covid 19 sugli investimenti esteri in Italia la qualità delle nostre risorse umane è stata giudicata più che positivamente con un valore di 7,61 su 10, seguita dalla solidità delle nostre banche e dalle dotazioni infrastrutturali e logistiche
Tra i fattori che orientano gli investitori esteri nelle decisioni di investimento in Italia la qualità delle risorse umane è risultato essere il più attrattivo, seguono la solidità del sistema bancario e le dotazioni infrastrutturali e logistiche. A rivelarlo la Seconda Instant Survey di novembre 2020 dell’Osservatorio AIBE-Index sugli effetti del Covid 19 sugli investimenti esteri in Italia.
In generale, fra i fattori che guidano le scelte di un investitore estero, l’attenzione principale è attribuita al carico fiscale (59,6% delle risposte), al carico normativo e burocratico (40,4%) e al costo del lavoro (36,8%). Di poco distaccati risultano esserci la certezza del quadro normativo (28,1%) e la stabilità politica del Paese oggetto delle decisioni di investimento. La qualità delle risorse umane si posiziona invece al settimo posto (17,5%). Un rilievo inferiore al 10% delle risposte del Panel è invece attribuito alla solidità del sistema bancario e all’efficacia dell’azione di governo (entrambi con l’8,8%), seguono il livello di corruzione (7,0%) e i costi collegati con l’energia (1,8%).
L’Italia, secondo la ricerca, non risulterebbe attrattiva soprattutto per quanto riguarda il carico fiscale al quale è stato assegnato un valore di 4,32 su 10, i tempi della giustizia civile che si è fermata a 4,19 e il carico normativo e burocratico con un valore di 3,58. In questo scenario non troppo lusinghiero per il nostro Paese spicca, invece, la qualità delle nostre risorse umane che sono state giudicate più che positivamente con un valore di 7,61, seguita dalla solidità delle nostre banche (6,31) e dalle dotazioni infrastrutturali e logistiche (5,95).
Ponendo in relazione i fattori generali che orientano le decisioni di investimento e i fattori che contribuiscono all’attrattività dell’Italia, si coglie uno scostamento, confermato dalle indicazioni del Panel che riguardano le priorità di intervento da porre in essere affinché l’Italia migliori il suo grado di attrazione. Accanto alla considerazione assegnata al carico fiscale e al carico normativo e burocratico (le principali priorità indicate dal Panel con il 56,1% delle risposte), sono indicati i tempi della giustizia civile (29,8%). Certezza del quadro normativo, costo del lavoro e flessibilità del mercato del lavoro raccolgono quote di risposte superiori al 20%. La necessità di intervenire sul fronte delle risorse umane è invece indicata solo dall’8,8% del Panel.
Entrando, invece, nel dettaglio degli effetti della pandemia sulle decisioni di investimento che riguardano l’Italia, il 50,0% delle risposte del Panel prefigura un moderato deflusso di capitali nel breve-medio termine, secondo una logica precauzionale e in attesa di valutare in maniera più chiara gli effetti della Seconda Ondata attualmente in corso.
Per il 23,2% delle risposte, ci si potrebbe invece aspettare un moderato afflusso di capitali, soprattutto verso quei settori produttivi che hanno registrato una forte domanda interna proprio in conseguenza della pandemia, come il farmaceutico, gli apparecchi medicali, la distribuzione alimentare.