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Lavoro in crescita, ma cresce anche la povertà

Nonostante i segnali positivi sul fronte dell’occupazione, l’Italia si confronta con alcune importanti sfide. Il tasso di povertà nel nostro Paese è aumentato di 2,1 punti percentuali tra il 2019 e il 2023, mentre i salari reali sono ancora lontani dai livelli pre-crisi.

Occupazione record, ma la crescita rallenta

Il mercato del lavoro in Italia ha toccato livelli storici nel 2024, con un incremento di 1 milione e 262 mila unità lavorative rispetto al 2019 (+ 5,4%), nonostante pandemia, guerre, inflazione e rialzo dei tassi di interesse. È quanto emerso da una recente analisi del Monitor “L’occupazione aumenta, ma aumenta anche la povertà” realizzato da Area Studi Legacoop e Prometeia.

A trainare la crescita hanno contribuito soprattutto il settore dei servizi (+ 65%) e delle costruzioni (+29%), protagonisti della ripresa economica post-pandemia. A seguire, la Pubblica Amministrazione e l’industria in senso stretto, mentre il comparto agricolo ha registrato una contrazione.

Parallelamente, il tasso di disoccupazione è sceso al 6,1% a settembre 2024, in calo rispetto al 10% registrato nel 2021. La riduzione della disoccupazione ha interessato in particolare i giovani della fascia d’età tra i 15 e i 24 anni, registrando un calo di oltre 10 punti percentuali. Allo stesso modo, è diminuita anche la percentuale di lavoratori poveri, passando dall’11,5% del 2022 al 9,9% del 2023.

Tuttavia, i dati più recenti evidenziano un rallentamento della crescita economica. Gli indicatori di struttura mostrano una leggera riduzione del tasso di attività e una stabilizzazione di quello di occupazione, segno che il mercato del lavoro potrebbe trovarsi a un punto di svolta.

Salari reali in affanno

Nonostante l’aumento dell’occupazione, il potere d’acquisto delle retribuzioni pro-capite è rimasto inferiore ai livelli pre-crisi per tutti i settori. La crisi inflazionistica ha avuto un impatto significativo sui salari dei lavoratori, con le costruzioni che segnano il calo più marcato (-5 punti percentuali), seguite dai servizi privati (-4,2) e dall’industria (-2,5). Questo divario evidenzia la difficoltà di tradurre i risultati occupazionali in miglioramenti tangibili per il benessere economico delle persone.

Povertà assoluta in aumento

Il Monitor di Area Studi Legacoop e Prometeia evidenzia un altro dato preoccupante: l’aumento delle persone che vivono in assoluta povertà. La percentuale di soggetti poveri, infatti, è passata dal 7,6% del 2019 al 9,7% del 2023, interessando tutte le aree del nostro Paese. Pur registrando una lieve riduzione nel Mezzogiorno, il Nord e il Centro Italia hanno visto un peggioramento dell’indicatore. La crisi inflazionistica ha colpito in modo sproporzionato le fasce più deboli della popolazione, evidenziando la necessità di politiche sociali più incisive.

Un sistema produttivo resiliente, ma servono investimenti mirati

Nel commentare il report, Simone Gamberini, Presidente di Legacoop, ha sottolineato il ruolo chiave della resilienza del sistema produttivo italiano, capace di adattarsi e innovare durante la crisi. Tuttavia, ha avvertito che l’assenza di politiche di sostegno agli investimenti rischia di bloccare la crescita. La stagnazione economica e la mancata valorizzazione delle lezioni apprese nel post-pandemia potrebbero compromettere il progresso raggiunto.

Quale futuro per il lavoro in Italia?

L’Italia si trova di fronte a un bivio. Se da un lato l’aumento dell’occupazione e il calo della disoccupazione offrono segnali incoraggianti, dall’altro le retribuzioni stagnanti e l’aumento della povertà richiedono interventi strutturali. Misure dirette, come trasferimenti economici e salari minimi, e indirette, come il miglioramento dell’istruzione e l’inclusione lavorativa femminile, sono indispensabili per affrontare le sfide sociali ed economiche del prossimo futuro.

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