Nel prossimo quinquennio il fabbisogno di lavoratori in Italia ammonterà a circa 4 milioni di unità. Il terziario è il settore con maggiore richiesta di personale, in particolare nel commercio e nel turismo. Ma i giovani cercano altro. I dati di Euromedia Research.
Euromedia Reserch: cercasi 3 milioni di lavoratori nel terziario
Il fabbisogno di lavoratori in Italia ammonterà a 3,8 milioni di unità tra il 2023 e il 2027, di cui oltre la metà (57,4%) saranno dipendenti privati. È il dato emerso da una recente ricerca realizzata da Euromedia Research, a partire dai dati di Unioncamere-Anpal.
Il settore che più degli altri necessita di forza lavoro è il terziario, che attualmente richiede quasi 3 milioni di lavoratori (pari al 75,9% del totale), di cui circa 757 mila unità riguardano il comparto del commercio e turismo, 567 mila unità i servizi pubblici e 477 mila la salute. Il settore secondario richiede attualmente circa 800 mila lavoratori (21,2%), mentre il settore primario appena 100 mila persone (2,9%). La professione che manca di più in assoluto nel nostro Paese è quella degli “specialisti della formazione e della ricerca”, con circa 248 mila posti di lavoro mancanti.
Lo studio evidenzia, inoltre, che nel prossimo quinquennio serviranno almeno 1,3 milioni di individui in possesso di una formazione terziaria, l’equivalente di circa 250 mila all’anno. Tuttavia, la proposta formativa che può dare l’Italia porterà al massimo a 244 mila lavoratori all’anno nel settore terziario, creando una differenza sostanziale tra domanda e offerta.
Lavoro in Italia: giovani attratti da media, web e automotive
Rispetto ai risultati emersi dallo studio, i giovani sembrano avere altre aspirazioni in ambito lavorativo.
In particolare, il 64% di loro vorrebbe lavorare nel settore dei media, il 63% in quello dell’industria aeronautica e il 62% in quello dell’industria automobilistica. Gli altri ambiti professionali presi in considerazione dai più giovani sono il settore dei servizi postali e attività di corrieri (60%), il settore dei beni di largo consumo (58%) e degli accessori e componenti auto (57%), il comparto elettronico (57%), il settore e-commerce (57%) e dei servizi informatici/web (57%) e il settore farmaceutico (56%).
Infine, la ricerca ha evidenziato le principali preoccupazioni degli italiani in questo preciso momento storico. Al primo posto, secondo Euromedia Research, c’è l’inflazione. A seguire, l’immigrazione, che spaventa soprattutto gli over 65, mentre in terza posizione si colloca la sanità, che preoccupa maggiormente i giovani tra i 18 e i 24 anni.
Anche il lavoro si attesta tra le principali preoccupazioni degli italiani. Più della metà, pensa che la propria retribuzione non sia adeguata all’attività svolta (53,5%). Tra questi, nella fascia 18-24 anni l’insoddisfazione cresce fino al 63,4%.