Uno studio di Istat-UNAR ha evidenziato quanto sia ancora difficile essere omosessuale o bisex in Italia. Oltre il 40% degli intervistati ha affermato che il proprio orientamento sessuale li ha penalizzati nel corso della vita lavorativa. Otto gay o bisessuali su dieci hanno dichiarato di essere stati discriminati o aggrediti a lavoro.
LGBT: ancora troppe discriminazioni sul luogo di lavoro
L’Italia non è un paese per gay, lesbiche e bisex.
Potremmo prendere come riferimento il titolo del famoso film dei fratelli Cohen, “Non è un paese per vecchi“, per descrivere la situazione nel nostro Paese per la comunità LGBT.
Da una recente indagine Istat–UNAR (Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali) è emerso un quadro piuttosto preoccupante sull’argomento. La ricerca ha coinvolto circa 1.200 persone, maggiorenni, omosessuali e bisessuali (non in unione civile), residenti in Italia. Il campione oggetto di studio era composto in prevalenza da uomini, più in generale da persone con un livello di istruzione elevato, e in maggioranza con un lavoro.
Ebbene, circa otto intervistati su dieci hanno dichiarato di aver subito una qualche forma di aggressione (messaggi denigratori o insulti) in ambito lavorativo a causa del proprio orientamento sessuale. Una persona su tre ha dichiarato di aver subito almeno un caso di discriminazione nella ricerca di lavoro. Il 33,3%, invece, ha affermato di aver sperimentato un clima ostile o un’aggressione nel proprio ambiente lavorativo, anche se non necessariamente collegata all’orientamento sessuale.
Dallo studio è emerso, inoltre, che il fatto di essere gay o bisex può rappresentare uno svantaggio nella vita lavorativa. Il 41,4% degli intervistati, infatti, ha dichiarato che il proprio orientamento sessuale ha avuto un’influenza negativa su almeno uno tra questi tre aspetti: carriera e crescita professionale, riconoscimento e apprezzamento, reddito e retribuzione.
Omosessualità: meglio non parlarne
Nonostante i tempi siano cambiati, per alcune persone omosessualità e bisessualità rappresentano ancora un tabù. Tanto che gli stessi gay e bisex evitano di parlarne.
È così per il 61,2% dei lavoratori LGBT che hanno deciso di non parlare della loro vita privata con i colleghi per tenere nascosto il proprio orientamento sessuale. Inoltre, proprio per questo motivo, una persona su tre evita di frequentare i colleghi nel tempo libero. Infine, il 31,2% dei partecipanti al sondaggio ha dichiarato che la propria omosessualità non è stata svelata sul luogo di lavoro da loro stessi, bensì dai colleghi.
Lo studio si è soffermato anche su altri aspetti extra-lavorativi, evidenziando comunque una situazione pressoché simile, caratterizzata ancora da un clima ostile e difficile. L’11,7% degli omosessuali o bisex intervistati ha dichiarato di aver subito minacce riguardo al proprio orientamento sessuale negli ultimi tre anni. L’8,8% ha subito aggressioni violente, mentre il 31,3% ha ricevuto offese via web. Per evitare di essere aggredito, minacciato o molestato, il 74,5% dei rispondenti evita di tenere per mano il proprio partner in pubblico.