La normativa prevede che il datore di lavora debba riconoscere ai suoi lavoratori 15 giorni consecutivi di ferie. La mancata accettazione della richiesta, se non giustificata, può comportare per il datore sanzioni fino a 4.500 euro.
Le ferie sono state introdotte per tutelare la salute e garantire un certo periodo di riposo ai lavoratori. Trattasi di un diritto irrinunciabile che il contratto collettivo nazionale e la Costituzione prevedono per ciascun dipendente.
La norma è pensata per assicurare ai dipendenti un recupero completo dalle fatiche lavorative, favorendo il benessere fisico e mentale.
Ogni caso è a sé e va valutato singolarmente ma, in linea generale, i giorni di ferie maturati all’anno sono 26, per una media di 2,16 giorni al mese.
Ferie: quali obblighi ha il datore di lavoro
Il periodo minimo di ferie annuali retribuite è pari ad almeno quattro settimane.
Qualora i dipendenti lo richiedano, il datore di lavoro deve concedere 15 giorni consecutivi di riposo entro il 31 dicembre di ogni anno lavorativo, mentre le restanti due settimane possono essere utilizzate in modo frazionato nei 18 mesi successivi.
Oltre che per evitare sanzioni il datore, concedendo le ferie, investe nella salute dei propri lavoratori, creando un ambiente lavorativo più sereno e produttivo.
Se da una parte il datore di lavoro non può imporre al dipendente giorni di riposo forzati, dall’altra il lavoratore non può monetizzare le ferie, tranne che nei casi di cessazione del rapporto di lavoro.
In quali sanzioni può incorrere il datore di lavoro che non rispetti le ferie dei propri dipendenti?
Qualora il datore di lavoro non rispetti le norme sulle ferie può incorrere in sanzioni:
- da 100 a 600 euro nel caso si parli di un lavoratore;
- da 400 a 1.500 euro se riguarda più di cinque lavoratori o un periodo di almeno due anni;
- da 800 a 4.500 euro se l’arco temporale è di quattro anni e sono coinvolti almeno 10 lavoratori.
Riposo, autorizzazione ed esigenze aziendali
In base all’art. 36 della Costituzione, “Il lavoratore ha diritto al riposo settimanale e a ferie annuali retribuite, e non può rinunziarvi”. Ciò significa che nessun dipendente può rinunciare alle ferie che vengono maturate nel corso del rapporto di lavoro, comprese nei periodi in cui sia assente per congedo matrimoniale, malattia, infortuni sul lavoro, maternità e permesso 104.
Perché possa usufruirne però, occorre che il lavoratore le richieda per tempo. Nel caso lo faccia all’ultimo il datore di lavoro può negarle. Se invece l’autorizzazione è già stata data e il datore decida di revocarla, quest’ultimo è tenuto a rimborsare il dipendente, che avrà così diritto a un’indennità.
Il datore di lavoro, infine, può obbligare il lavoratore a utilizzare le ferie maturate, purché fornisca una valida motivazione. Occorre tenere conto sia delle esigenze del dipendente, sia quelle dell’azienda, che per chiusure temporanee, per problemi legati al ciclo produttivo o alle attività possono decidere di far utilizzare giorni di ferie non richiesti dai lavoratori.
Molte aziende adottano dunque piani ferie annuali che aiutano a evitare sovrapposizioni e conflitti organizzativi, spesso tramite l’uso di software ad hoc.