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Quanto guadagnano gli insegnanti in Italia e in Europa?

Un insegnante in Italia guadagna un salario molto più basso rispetto ai suoi colleghi dell’area Ocse. Sul podio troviamo la Germania che, a differenza di quanto accade nel Bel Paese, ha visto crescere negli ultimi anni il proprio stipendio.

In base ai dati riportati dal rapporto Ocse “Education at a Glance 2024”, lo stipendio di un insegnante in Italia è uno dei più bassi dell’area Ocse.
Sebbene gli impegni non si limitino alle lezioni in classe, ma si estendano alla programmazione, alla correzione degli esercizi e alle attività consistenti in collegi, interclassi e colloqui, secondo il presidente dell’Associazione nazionale insegnanti e formatori (Anief), negli ultimi 30 anni il salario medio di un docente è diventato più basso di quello di un operaio.

Precari e posti fissi

I docenti precari guadagnano in media 25.000 euro lordi all’anno. Se ne contano più di 200.000, e con numerosi anni di supplenze alle spalle. Questo ricorso sproporzionato ai contratti a tempo determinato ha portato l’Italia all’avvio di una nuova procedura d’infrazione da parte della Commissione europea.
A differenza degli insegnanti di ruolo, quelli con un contratto a termine non vedono riconosciuta nessuna progressione salariale basata sull’anzianità di servizio.
Come se non bastasse, l’età media degli insegnanti in Italia è la più alta dell’area Ocse. La percentuale di docenti over 50 è infatti pari al 53%, mentre quella OCSE è di gran lunga più bassa, pari al 37%.

Quanto guadagnano gli insegnanti

Le differenze salariali sono evidenti se si considerano i diversi livelli d’istruzione e gli anni di servizio lavorati. Lo stipendio medio di un insegnante della scuola dell’infanzia e della scuola prima è infatti compreso tra i 1.300 e i 1.500 euro mensili. Un docente della scuola secondaria di primo grado, più conosciuta come scuola media, percepisce invece un guadagno medio mensile compreso tra i 1.386 euro e i 1.700 euro. Aumenta se si prende in considerazione il salario medio di un insegnate di scuola superiore (scuola secondaria di secondo grado) che, pur lavorando qualche ora in meno, guadagna un compenso più alto, tra i 1.400 e i 1.700 euro mensili.
Infine, i professori universitari, per i quali occorre distinguere tra:

  • professori associati a tempo definito, il cui guadagno oscilla dai 36.290,24 euro ai 54.410,91 euro lordi all’anno;
  • professori associati a tempo pieno, il cui salario varia dai 52.937,59 euro ai 96.186,12 euro lordi all’anno;
  • professori ordinari a tempo definito, il cui stipendio è compreso tra i 49.355,72 euro e i 72.311,41 euro lordi all’anno;
  • professori ordinari a tempo pieno, il cui guadagno può andare dai 75.431,76 euro ai 131.674 euro lordi all’anno.

Il confronto tra l’Italia e gli altri Paesi Ocse

In Italia nel 2023 la media dello stipendio di un docente si attesta attorno ai 31.320 euro lordi annui, con una pesante stagnazione se messa a confronto con gli altri Paesi.
Al primo posto, con una media annua che nel 2019 era di circa 47.250 euro, troviamo la Germania, che nel corso degli anni ha conosciuto via via un graduale aumento. Dietro ai tedeschi troviamo la media OCSE di circa 42.300 euro, mentre il salario medio dei docenti in Francia nel 2019 è di 37.080 euro e di 33.030 euro in Spagna.
L’Italia investe nell’istruzione il 4% del PIL, mentre la media dei Paesi a sviluppo industriale avanzato è del 4,9%.
Come spesso accade, anche in questo ambito sono le donne ad essere le più svantaggiate: nonostante raggiungano risultati migliori, rispetto ai loro colleghi uomini le donne laureate guadagnano il 58% in meno.

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