Il Quiet firing, o licenziamento silenzioso, è quel fenomeno a causa del quale sempre più lavoratori vengono spinti a dimettersi per colpa degli atteggiamenti ostili dei loro superiori.
Manager e dirigenti, con una serie di comportamenti, possono indurre dipendenti e collaboratori a lasciare il proprio posto di lavoro. Coniato su Tik Tok dall’influencer americano DeAndre Brown, il termine quiet firing designa il fenomeno del cosiddetto “licenziamento silenzioso”. Ma cosa porta i lavoratori alle dimissioni? Atteggiamenti offensivi e tossici sono alcuni dei principali motivi, uniti al desiderio di trovare un’organizzazione del lavoro gestita in modo più efficiente. I comportamenti dei manager, a volte posti in essere in modo inconsapevole, spingono i dipendenti a lasciare il lavoro, perché stanchi di non sentirsi abbastanza apprezzati.
Quiet firing e quiet quitting a confronto
Nonostante possano sembrare simili, quiet quitting e quiet firing sono fenomeni diversi tra loro: nel primo caso i lavoratori svolgono il minimo indispensabile per evitare il burnout. Si rifiutano di eseguire ulteriori compiti rispetto a quelli assegnatigli per preservare la propria salute mentale. Nel secondo, invece, i dipendenti continuano a subire continue pressioni da parte dei capi, che finiscono con l’allontanare i loro sottoposti senza affrontarli apertamente. Anziché licenziarli, i superiori rendono l’ambiente di lavoro sempre più ostile e insopportabile, fino a rendere “volontaria” la decisione del dipendente che si dimette.
In quanti sono davvero soddisfatti del loro lavoro?
Secondo un recente studio di InfoJobs Attraction & Retention, l’80,9% degli intervistati non consiglierebbe l’azienda nella quale lavora. Il motivo? Il 52,1% ritiene l’ambiente poco stimolante, mentre il 28,8% non crede che lo stipendio o i benefit siano all’altezza.
In un sondaggio lanciato da Linkedin è emerso che il 48% degli oltre 20.000 intervistati ha assistito ad un licenziamento silenzioso, mentre il 35% l’ha subito.
Quiet firing: come riconoscerlo
Esistono dei segnali in grado di far capire se si è vittima di questo fenomeno. Per esempio, se:
- non c’è stato un aumento di stipendio dopo uno o due anni;
- non viene dato nessun tipo di feedback;
- si viene scelti spesso per rispondere alle domande più difficili durante le riunioni;
- vengono ignorate idee e progetti;
- si viene esclusi da riunioni, eventi e/o incontri sociali.
Quiet firing: cosa fare
Reagire diventa fondamentale. Può essere utile non solo cercare un dialogo con le risorse umane, ma confrontarsi con gli altri colleghi e con il team per capire se si tratta di una sensazione o se è più di questo, e nel caso trovare una possibile soluzione al problema.