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Reddito da lavoro in calo a livello globale: 2,4 trilioni di dollari in meno ai lavoratori nel 2024

L’Organizzazione Internazionale del Lavoro (Ilo) ha rilevato che il reddito da lavoro a livello globale è in costante diminuzione, contribuendo ad aumentare le disuguaglianze sociali ed economiche. La pandemia ha accelerato questo processo, concentrando i redditi da capitale tra i più ricchi.

Cala il reddito da lavoro a livello globale: solo il 52,3% ai lavoratori

Il reddito da lavoro a livello globale ha subito una significativa riduzione negli ultimi due decenni, comportando un peggioramento delle disuguaglianze economiche e sociali. Secondo l’ultimo rapporto del World Employment and Social Outlook dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro (Ilo), la quota del reddito percepita dai lavoratori è scesa al 52,3% del totale nel 2023. Questa tendenza rappresenta un calo di 1,6 punti percentuali dal 2004, con una perdita di 0,6 punti dal 2019.

Sebbene il calo possa sembrare modesto in termini di punti percentuali, il suo impatto è rilevante. Secondo l’Ilo, questa riduzione si traduce in un deficit di 2,4 trilioni di dollari per i lavoratori nel 2024. La pandemia da Covid-19 ha avuto un ruolo chiave in questo declino, con quasi il 40% della riduzione del reddito da lavoro verificatosi tra il 2020 e il 2022. Durante questo periodo, molti lavoratori hanno perso il lavoro o visto ridursi le ore lavorative, mentre il reddito da capitale è rimasto saldamente concentrato nelle mani dei più ricchi.

L’impatto del calo del reddito da lavoro in Italia

Anche in Italia, il calo del reddito da lavoro ha avuto ripercussioni piuttosto significative. Le disuguaglianze economiche, già evidenti prima della pandemia, si sono acuite, con una crescente concentrazione della ricchezza in mano a poche persone. Secondo l’Ilo, l’Italia, come molti altri Paesi europei, deve affrontare una sfida cruciale per garantire che i guadagni derivanti dalla crescita economica e dai progressi tecnologici siano distribuiti in modo equo tra lavoratori e capitalisti.

Inoltre, il rapporto sottolinea che, nonostante i miglioramenti tecnologici e l’automazione abbiano aumentato la produttività, i benefici non sono stati equamente condivisi. In Italia, questo fenomeno è particolarmente visibile nei settori a bassa produttività, dove i lavoratori continuano a percepire salari stagnanti. Il rischio, secondo l’Organizzazione Internazionale del Lavoro, è che le disuguaglianze possano ulteriormente aumentare con lo sviluppo dell’Intelligenza Artificiale e di altre tecnologie emergenti, che potrebbero comprimere ulteriormente la quota di reddito destinata ai lavoratori.

Prospettive future e strategie per ridurre le disuguaglianze

A livello globale, la diminuzione del reddito da lavoro solleva preoccupazioni riguardo agli obiettivi di Sviluppo Sostenibile fissati per il 2030. L’Ilo avverte che il livello attuale del 52,3% del reddito da lavoro è insufficiente per garantire un futuro equo e sostenibile per tutti. Le disuguaglianze economiche stanno diventando sempre più marcate e ciò potrebbe avere gravi conseguenze sociali e politiche.

La sfida principale per i governi, compresa l’Italia, sarà quella di adottare politiche economiche e fiscali capaci di riequilibrare la distribuzione della ricchezza. Sarà dunque opportuno incentivare il dialogo sociale, promuovere una maggiore inclusione dei lavoratori nelle decisioni aziendali e sviluppare politiche redistributive che assicurino un’equa ripartizione dei guadagni derivanti dalla crescita economica e dall’innovazione tecnologica.

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