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Retribuzioni giovani neolaureati: Italia agli ultimi posti in Europa

Le retribuzioni dei giovani neolaureati italiani al primo impiego è in aumento, ma i numeri rivelano ancora un mercato del lavoro poco competitivo rispetto agli standard europei. Life Science ed Energy sono i settori più remunerativi. Manifatturiero, High Tech e Servizi offrono stipendi inferiori alla media nazionale.

Retribuzioni giovani neolaureati in aumento, ma davanti solo a Spagna e Polonia

Le retribuzioni d’ingresso dei giovani neolaureati italiani segnano un miglioramento, ma non basta per colmare il gap europeo.  Secondo i dati della Total Remuneration Survey 2024 di Mercer, lo stipendio al primo impiego è salito del 5,4% rispetto al 2021, raggiungendo una media di 30.500 euro lordi. Tuttavia, l’Italia continua a posizionarsi nella parte bassa della classifica europea, davanti solamente a Spagna e Polonia.

L’analisi di Mercer, che ha coinvolto 700 aziende italiane con un fatturato medio di 969 milioni di euro, ha evidenziato differenze significative di retribuzione dei neolaureati tra diversi settori. I comparti più remunerativi per i giovani al primo impiego sono il “Life Science”, con una media di 33.000 euro (+8% rispetto alla media italiana) e “Energy”, con una media di 32.167 euro (+5% rispetto alla media italiana). Al contrario, settori come Manifatturiero, High Tech e Servizi non finanziari offrono stipendi d’ingresso inferiori alla media nazionale, con differenze che arrivano fino all’8%.

Italia in ritardo rispetto al resto d’Europa

La scarsa competitività delle retribuzioni italiane emerge chiaramente nel confronto con altri Paesi europei. Ai vertici della classifica figurano Svizzera (86.722 euro), Germania (53.300 euro) e Austria (51.100 euro). Nella parte bassa, invece, compaiono l’Italia, con 30.500 euro, seguita da Spagna (28.500 euro) e Polonia (16.675 euro).

Le principali criticità per i livelli di carriera avanzati

Il quadro retributivo non migliora nemmeno per i livelli professionali più avanzati. I professional italiani guadagnano in media 77.647 euro, il 24% in meno rispetto alla media europea di 101.860 euro, posizionandosi sopra solo ai colleghi polacchi (65.408 euro). Gli executive italiani, invece, si avvicinano agli standard europei, con uno stipendio medio di 285.156 euro, distanziandosi di appena il 10% dalla media continentale (317.826 euro). Questo dato evidenzia come il divario retributivo si riduca solo nelle posizioni apicali.

Secondo Morelli, la soluzione non risiede unicamente in aumenti salariali. “Le aziende devono offrire percorsi di formazione continua, ambienti di lavoro flessibili e pacchetti retributivi trasparenti per diventare organizzazioni affidabili e attraenti per i giovani”. Puntare su questi aspetti, oltre che su politiche retributive più equilibrate, potrebbe contribuire a valorizzare il talento lungo tutto il percorso professionale e migliorare la competitività del mercato del lavoro italiano.

Incrementi salariali in Italia: segnali di ripresa

Oltre ai dati di Mercer, l’Osservatorio 2024 di Wtw ha segnalato un incremento degli stipendi in Italia del 3,5% nel 2023, che ha portato a una crescita reale del 2,4% considerando un’inflazione dell’1,1%. La componente fissa delle retribuzioni è cresciuta di oltre il 4% per tutte le categorie contrattuali, con picchi per gli impiegati (+4,8%) e per i quadri, che hanno registrato l’aumento più alto in termini di Actual Total Annual Compensation, con un incremento del 5,1%. Tuttavia, questi dati restano inferiori alle previsioni iniziali, che stimavano un incremento del 3,8%.

I dati della Total Remuneration Survey 2024 offrono una fotografia chiara e complessa. Nonostante i segnali di miglioramento, il mercato del lavoro italiano rimane poco competitivo rispetto agli standard europei, soprattutto per i giovani e i professional. Per colmare il divario, le aziende devono andare oltre l’aumento delle retribuzioni, investendo in formazione, flessibilità e politiche di sviluppo delle competenze. Solo così sarà possibile attrarre e trattenere i talenti necessari a garantire un futuro sostenibile per il sistema economico italiano.

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