Uno studio di Oracle e Workplace Intelligence ha evidenziato un aumento dell’ansia e dello stress sui lavoratori di tutto il mondo
I lavoratori italiani sono più stressati di prima. È quanto emerso da una recente ricerca di Oracle e Workplace Intelligence condotta su più di 12 mila persone di 11 paesi del mondo, Italia compresa. Gli intervistati hanno dichiarato di essere più stressati di prima sul posto di lavoro a causa della pandemia da covid19. Inoltre, in molti hanno dichiarato che preferirebbero relazionarsi con i robot piuttosto che con le persone.
Nello specifico, il 70% del campione ha avvertito stress e ansia sul lavoro nel 2020 più di qualsiasi altro anno. Questa situazione ha avuto un impatto negativo sul benessere psicologico delle persone. Il 38% degli intervistati ha dichiarato di sentirsi stressato, il 35% lamenta una mancanza di equilibrio tra lavoro e vita privata, il 14% soffre di solitudine e il 25% è depresso. Per quanto riguarda i lavoratori italiani, il 62% ha dichiarato che questo è stato l’anno più stressante di sempre e il 65% ha dichiarato che questa situazione ha avuto un impatto negativo sul proprio benessere psicologico.
La mancanza di equilibrio mentale si riflette sulla vita privata. Per l’85% degli intervistati stress, ansia e depressione hanno influenzato la loro vita privata. La percentuale dei lavoratori italiani si attesta invece al 78%. Anche il numero delle ore di lavoro è aumentato con la pandemia. Il 35% del campione ha dichiarato di aver lavorato oltre 40 ore in più ogni mese. Viceversa, lo smart working è stato apprezzato da buona parte degli intevistati (62% per i lavoratori di tutto il mondo e 58% per quelli italiani).
In una situazione di malessere diffuso, le persone guardano all’Intelligenza Artificiale per risolvere i propri problemi. Il 68% dei lavoratori a livello globale, e il 57% degli italiani, preferirebbe parlare con un robot piuttosto che con i propri colleghi o superiori. L’80% (il 71% degli italiani) è addirittura favorevole all’idea di utilizzare un robot come consulente o terapeuta. Infine, il 76% del campione globale (66% dei lavoratori italiani) vorrebbero che le rispettive aziende offrissero più supporto alla salute mentale della forza lavoro.