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Sei più splitter o blender? Due diversi approcci al lavoro che incidono sul worklife balance

Per bilanciare vita privata e professionale, i lavoratori scelgono approcci diversi. Alcuni di loro sono splitters, altri blenders. Ma qual è il significato di questi due termini?

Splitter e blender indicano due modi diversi di approcciarsi al lavoro. Della prima categoria fanno parte coloro che separano vita privata e lavorativa, mentre alla seconda appartiene chi mescola le due cose durante la giornata.

Per i datori di lavoro capire le esigenze dei propri dipendenti può essere fondamentale, anche se non facile, specialmente nelle imprese più grandi. Il mondo del lavoro negli ultimi anni ha subito profondi cambiamenti, con l’introduzione del lavoro da remoto e una maggiore attenzione al benessere dei dipendenti. Trovare un equilibrio che possa andare bene a tutti può essere complicato, e senza dubbio rappresenta una vera e propria sfida.

Splitter e blender: in che modo si approcciano al lavoro?

Gli splitters preferiscono non confondere vita privata e vita professionale. Il lavoro, per loro, non deve influenzare la sfera personale. Al contrario, l’approccio dei blenders è completamente differente: non hanno problemi a rispondere a mail o a telefonate in orari diversi da quelli d’ufficio o a prendersi del tempo per risolvere problemi famigliari nel corso della giornata lavorativa. Lo smart working, per questi lavoratori, permette di risparmiare tempo e avere maggiore flessibilità, consentendogli di adattarsi meglio alle loro esigenze.

Uno studio condotto da Gallup negli Stati Uniti evidenzia come il 61% dei lavoratori sia più splitter, mentre il 39% blender. Stando ai dati, inoltre, è più probabile che a essere colpiti da burnout siano i blenders (32%) piuttosto che gli splitters (29%), anche se per una piccola parte.

Se si guarda all’età, invece, si può notare come la GenZ e i giovani millenial siano divisi in modo equo tra i due approcci. I millenial anziani propendono verso un’integrazione tra lavoro e vita privata, mentre i baby boomer tendono a scindere le due cose, anche se per una piccola percentuale, pari al 45%.

Come possono agire i datori di lavoro?

Per i datori di lavoro soddisfare le esigenze di tutti i lavoratori può risultare complesso. Una soluzione potrebbe essere quella di introdurre orari più flessibili, così come promuovere un ambiente aperto alla comunicazione, che rispetti le preferenze dei singoli. Ciò può comportare una maggiore produttività e un maggior benessere tra i dipendenti. 

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