Il numero di artigiani si affievolisce anno dopo anno. In Italia in undici anni ne sono scomparsi 410.000 (-22%). Se non si invertirà la rotta in futuro sarà sempre più complicato trovare idraulici e fabbri.
Gli artigiani italiani sono sempre meno. E’ quanto emerge dal report realizzato dall’Ufficio studi della Cgia di Mestre.
I dati evidenziano un netto calo di professionisti negli ultimi undici anni. Nel 2012 se ne contavano poco meno di 1.867.000, nel 2023 1.457.000. Lo stesso vale per le aziende artigiane: nel 2008 erano pari a 1.486.559, nel 2023 1.258.079.
Dove si registrano le maggiori riduzioni
La provincia in cui la tendenza al ribasso è stata percepita maggiormente è quella di Vercelli (-32,7%), seguita da Rovigo (-31%), Lucca (-30,8%) e Teramo (-30,6%).
Le regioni che hanno registrato le maggiori perdite in percentuale sono state l’Abruzzo (-29,2%), le Marche (-26,3%) e Piemonte (-25,8%). Quelle con le riduzioni numeriche più significative sono state invece la Lombardia (-60.412), l’Emilia-Romagna (-46.696) e il Piemonte (-46.139). In futuro dunque potrebbe essere sempre più difficile trovare idraulici, sarti e carpentieri. Solo nell’ultimo anno sono andati perduti 73mila artigiani.
Resistono invece Napoli, che registra una riduzione dell’8,1%, Trieste (-7,9%) e Bolzano (-6,1).
Artigiani: i mestieri in controtendenza
Non tutti i settori stanno risentendo di questa crisi allo stesso modo. Il settore del benessere e dell’informatica, ad esempio, presentano dati in controtendenza. Si registra un aumento di acconciatori, estetisti e tatuatori, nonché di sistemisti e video maker. Altrettanto positivi sono i numeri che riguardano il settore alimentare grazie all’apertura di nuove gelaterie, gastronomie e pizzerie.
Quali cause portano a una diminuzione degli artigiani
I giovani sembrano mostrare meno interesse verso i lavori manuali. A sostenerlo è la Cgia di Mestre, secondo cui altre criticità sono dovute alla “mancata programmazione formativa nelle diverse regioni e all’incapacità di migliorare/elevare la qualità dell’orientamento scolastico che, purtroppo, è rimasto ancorato a vecchie logiche novecentesche di gentiliana memoria”.
Non solo. La grande distribuzione ha messo in seria difficoltà i piccoli artigiani. La forte competitività messa in atto dai beni prodotti a livello industriale non consente la sopravvivenza degli artigiani, già duramente provati dal commercio elettronico.