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Smart working in Italia: in crescita nelle grandi aziende

Secondo l’Osservatorio Smart Working del Politecnico di Milano, il numero di lavoratori in smart working in Italia ammonta a 3,55 milioni, sostanzialmente stabile rispetto al 2023 (-0,8%). Di seguito le principali tendenze del lavoro da remoto che riguardano le grandi imprese e le PMI.

Smart working in aumento nelle grandi imprese

Secondo i dati forniti dall’ “Osservatorio Smart Working” del Politecnico di Milano, nelle grandi aziende lo smart working è in costante crescita. Nel 2024 i dipendenti che lavoravano da casa hanno raggiunto circa i 2 milioni nelle aziende di grandi dimensioni, a dispetto del calo registrato nelle PMI. Per il 2025 si prevede un ulteriore incremento del 5%, con un maggiore impatto nelle grandi imprese e nella pubblica amministrazione.

A tal proposito, gli ambienti di lavoro sono sempre più orientati al benessere delle persone, con spazi flessibili e aree di socializzazione, anche se restano margini di miglioramento in termini di sostenibilità e inclusività. Alcune importanti aziende come Carrefour Italia, Vaillant Group Italia e INPS hanno ricevuto gli “Smart Working Award 2024” per il loro impegno nell’innovazione del lavoro agile.

Inoltre, parecchie imprese stanno testando nuove forme di flessibilità, come la settimana corta e l’international smart working, anche se queste modalità sono state adottate da meno del 10% delle organizzazioni, con un’eccezione per le grandi imprese, dove l’international smart working ha raggiunto il 29%.

Diminuisce il lavoro da remoto nelle piccole imprese

I dati forniti dall’Osservatorio indicano che la pratica dello smart working è diminuita nelle piccole e medie imprese. In contesti come questi, il lavoro da remoto è visto ancora con diffidenza e gli imprenditori preferiscono generalmente che i loro dipendenti lavorino in sede. Più di un terzo dei responsabili delle PMI, infatti, concedono ai propri dipendenti di lavorare da casa solo in presenza di particolari necessità.

Stando al report, il 53% dei manager delle aziende più grandi è favorevole alla promozione del lavoro da remoto, mentre il dato scende al 35% per la Pubblica Amministrazione e al 27% per le PMI. Dall’altra parte, il 73% dei lavoratori in smart working è contrario a un ritorno completo in ufficio.

Spazi di lavoro più flessibili

Le grandi aziende italiane stanno sempre più rivalutando i loro spazi di lavoro per renderli più piacevoli e attrattivi. Il 78% delle grandi imprese dispone di spazi flessibili, configurabili e differenziati in almeno alcune delle loro sedi. Questa tendenza si riscontra anche nel 49% delle strutture della pubblica amministrazione e nel 34% delle piccole e medie imprese.

Inoltre, il 56% delle grandi aziende e il 28% delle PMI hanno introdotto aree per il recupero delle energie e la socializzazione, sebbene soluzioni per il benessere fisico, come le postazioni in piedi, siano ancora poco comuni.

Il modello della settimana corta

Attualmente, si stima che meno di un’azienda su dieci utilizza il modello della settimana corta in Italia. In questo senso, esistono varie formule, come settimane compresse o orari ridotti nei periodi estivi, spesso destinati solo a specifici ruoli.

Tra le principali motivazioni per l’adozione della settimana corta figurano un maggiore equilibrio tra vita privata e lavoro (91%), un incremento della soddisfazione e dell’engagement dei dipendenti (89%) e una maggiore capacità di attrarre talenti (56%). Curiosamente, l’incremento della produttività non è tra i motivi prioritari per cui le organizzazioni considerano questa opzione.

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