Il Parlamento olandese ha approvato una proposta di legge che renderebbe lo smart working un “diritto legale”: ora si attende il sì del Senato
Lo smart working in Olanda potrebbe diventare un “diritto legale”. A luglio, il Parlamento ha approvato una proposta di legge che impone alle aziende di garantire ai propri dipendenti piena facoltà di scelta sulla possibilità di lavorare da casa o in ufficio. Con il sì del Senato, l’Olanda diventerebbe il primo Paese Ue ad adottare una linea “istituzionale” in tema di smart working.
Nel corso della storia, i Paesi Bassi sono considerati dei precursosi in materia di riforme e innovazioni di carattere sociale. E il lavoro da remoto non fa eccezione! Secondo Eurostat, già nel 2018, il 14% degli occupati olandesi lavorava da casa, contro il 5,2% della media europea. Nel 2019, l’Olanda si è classificata al primo posto tra i paesi dove si lavora meglio a distanza. Durante la pandemia, il Governo ha incoraggiato e sostenuto il lavoro da remoto e nel gennaio di quest’anno ha avviato un programma di rimborso per le aziende che hanno finanziato i dipendenti in smart working nella creazione di un ufficio domestico.
In un recente sondaggio condotto su oltre 5 mila lavoratori olandesi, soltanto il 10% ha dichiarato di voler tornare in ufficio. Ora, si tratta di capire come si comporteranno gli altri Paesi europei. Gli esperti prevedono un effetto a catena e alcuni Stati, come la Spagna, hanno attuato diverse riforme per tutelare i lavoratori a distanza.
In Italia, lo smart working è garantito dalla legge n. 81 del 2017, che prevede l’esistenza di un accordo scritto tra lavoratore e datore di lavoro circa le modalità di svolgimento di tale attività. Con l’emergenza sanitaria questo vincolo è venuto meno, ma dal 1° settembre 2022 ritornerà tutto come prima. O quasi, perché nel frattempo le esigenze dei lavoratori sono cambiate e la maggior parte dei candidati mette la possibilità di lavorare in smart working in cima alla lista dei desideri.
Questo sta diventando un problema per le aziende che fanno fatica a trovare personale. Secondo l’Associazione Italiana per la Direzione del Personale il 58% delle imprese ha difficoltà ad assumere o a trattenere i propri dipendenti. Il motivo? Perché lo smart working non è garantito.