L’Islanda è una delle nazioni in cui gli stipendi medi sono più alti. A rivelarlo è lo studio JP Salari Outlook dell’OCSE, che passa in esame i dati di 34 Stati nel mondo.
L’Islanda è il paese in cui il salario medio annuo è più alto. E’ quanto emerge dallo studio dell’OCSE JP Salari Outlook, che analizza i dati di 34 Stati, considerando tra i diversi elementi il costo della vita, lo sviluppo economico e le relative leggi sul lavoro.
Quali sono i Paesi in cui si guadagna di più
Al primo posto nella classifica troviamo l’Islanda con 79.473 euro. Seguono il Lussemburgo con 78.310 euro e gli Stati Uniti con 77.463 euro. Rientrano inoltre tra i primi dieci paesi la Svizzera (72.993 euro), il Belgio (64.848 euro), la Danimarca (64.127 euro), l’Austria (63.802 euro), i Paesi Bassi (63.225 euro), l’Australia (59.438 euro) e il Canada (59.060 euro).
La situazione in Italia
In base al report, l’Italia è nella top 20. Con una media di 44.893 euro, in un anno la retribuzione annua lorda (RAL) è aumentata dell’1,8%. Il divario tra i salari del Nord (più alti) e del Sud (più bassi), tuttavia, è consistente: pari a 3.700 euro circa, troviamo in testa il Trentino-Alto Adige, la Lombardia, il Lazio e la Liguria, in fondo la Basilicata. Un altro dato fondamentale riguarda anche il gender gap presente tra lavoratori e lavoratrici: il divario è più alto tra i colletti bianchi (9,9%), e diminuisce tra i vertici (5,5%). Occorre però precisare che i salari reali in Italia sono tra i più bassi dei Paesi presi in esame. Nonostante l’occupazione sia al suo massimo storico, infatti, lo scorso anno il calo è stato pari al 6,9% rispetto al 2019. Rispetto ad alcune delle principali economie europee, tra cui Germania, Francia e Regno Unito, il salario medio italiano è più basso. A limitare l’aumento dei salari sono soprattutto un tasso di crescita economica inferiore rispetto alle altre nazioni, eccessiva burocrazia che limita la competitività del Paese e un’alta pressione fiscale.
In quali Paesi gli stipendi medi sono più bassi?
In fondo alla classifica stilata dall’OCSE troviamo Messico e Grecia. Il Messico impiega la maggior parte delle sue risorse nei settori trainanti del Paese, in agricoltura e produzione manifatturiera, la cui retribuzione è mediamente più bassa. Il lavoro non regolare, inoltre, contribuisce a mantenere bassi gli stipendi della forza lavoro. Per quanto riguarda la Grecia, invece, a limitare pesantemente gli investimenti sono l’elevata disoccupazione e la forte instabilità sul mercato estero. Questi fattori penalizzano i due Paesi, ponendoli nella parte inferiore della classifica OCSE.