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Stipendi: quali sono le città italiane dove si guadagna di più?

Secondo i dati dell’Osservatorio JobPricing, la Lombardia, con Milano in testa, è la regione in cui si guadagna di più. Al contrario, le città del Sud presentano stipendi più bassi, che spesso favoriscono la “fuga di cervelli” verso le regioni del Nord Italia.

Stipendi: Milano è la città con i salari più alti in Italia

Milano è la città italiana con gli stipendi più alti. È quanto emerso di recente dal Geography Index dell’Osservatorio JobPricing, secondo il quale la retribuzione media annua nella città meneghina è pari a 37.661 euro.

Lo studio ha tracciato una mappa accurata dei differenti livelli retributivi nelle varie regioni d’Italia. A livello nazionale, la retribuzione media è di 31.442 euro, ma solo un terzo del Paese (7 regioni e 35 province) supera questa soglia.

La Lombardia si conferma la regione con i salari più alti, seguita da Lazio, Trentino-Alto Adige e Liguria. Agli ultimi posti, si trovano invece Sicilia, Calabria e Basilicata. Riguardo alle province, Milano si conferma al primo posto, seguita da Bolzano e Trieste. Siena sale di dieci posizioni, nonostante rimanga ben lontana dalla vetta della classifica.

Il divario tra Nord e Sud rimane comunque importante, con le regioni del Sud che si piazzano solamente dal 13° posto in giù.

Differenze salariali tra Nord e Sud

Il divario salariale tra Nord e Sud è ancora piuttosto marcato: i lavoratori del Nord guadagnano mediamente il 35% in più rispetto a quelli del Sud.

Secondo la Cgia di Mestre, un lavoratore del Nord ha una retribuzione media lorda giornaliera di 101 euro contro i 75 euro di un lavoratore del Sud. Questo squilibrio è dovuto in generale alla prevalenza di settori ad alto valore aggiunto, come la manifattura e i servizi, nelle regioni del Nord, mentre al Sud prevalgono agricoltura e turismo, settori tradizionalmente meno remunerativi.

Nonostante l’abolizione delle “gabbie salariali” negli anni ‘70 e l’adozione dei contratti collettivi nazionali, le differenze regionali persistono, acuite dalla minore presenza di grandi aziende e dalla diffusione del lavoro irregolare al Sud.

Sempre più persone emigrano dal Sud

Il rapporto Svimez 2023 ha evidenziato che la migrazione dal Sud al Nord Italia coinvolge sempre più laureati, che oggi costituiscono il 34% degli emigranti. In particolare, gli interessati vantano una formazione in discipline STEM (Science, Technology, Engineering, and Mathematics).

Questa “fuga di cervelli” danneggia l’economia del Sud, soprattutto nelle industrie innovative, privandole delle competenze necessarie. Inoltre, un quarto dei lavoratori del Mezzogiorno guadagna meno di 9 euro l’ora, considerato il salario minimo per una vita dignitosa.

Nonostante il recupero dell’occupazione dopo la pandemia, il lavoro precario e la perdita di potere d’acquisto rendono la vita nel Sud particolarmente difficile.

Cause del divario tra Nord e Sud

La differenza di stipendio tra Nord e Sud è dovuta a diversi fattori storici, economici e strutturali.

Al Nord, l’industria avanzata, la presenza di grandi aziende e una maggiore produttività contribuiscono a salari più elevati. L’economia del Nord è orientata verso l’innovazione, la tecnologia e la manifattura, settori che richiedono competenze specifiche e offrono stipendi più alti.

Al contrario, l’economia del Sud è più focalizzata su agricoltura, turismo e piccole imprese, che tendono a offrire salari inferiori e minori opportunità di crescita professionale. Anche l’elevata incidenza del lavoro irregolare e la scarsità di grandi aziende contribuiscono a mantenere bassi i salari.

Le infrastrutture e i servizi pubblici sono un altro fattore importante: nelle regioni del Nord le infrastrutture sono migliori e l’accesso ai servizi risulta più facile. Viceversa, al Sud, la carenza di infrastrutture e la mancanza di investimenti frenano la crescita e l’occupazione qualificata.

Infine, la storica disparità di investimenti pubblici e privati tra le due aree del Paese ha acuito ulteriormente il divario. Il Nord ha beneficiato maggiormente di politiche industriali, attrazione di capitali e sviluppo di poli tecnologici, mentre il Sud ha sofferto di una minore attenzione in termini di sviluppo economico e investimenti in ricerca e innovazione.

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