La nuova piattaforma realizzata appositamente per i recruiter è nata in Australia, ma è pronta a sbarcare anche in Europa
Si chiama Talentwolf, è un nuovo social network ed è stato ideato appositamente per gli head hunter, i reclutatori di manager e professionisti di alto livello. La piattaforma è stata realizzata in Australia, grazie all’ingegno di un nostro connazionale, Fabio Caragliano, in collaborazione con Mark Smith, co-fondatore e investitore.
Caragliano si era recato in Australia alcuni anni fa e dopo aver lavorato nel digital marketing, è stato assunto da un’azienda di selezione del personale. Grazie a quell’esperienza, ha maturato l’idea di sviluppare un social network che faciliti la vita di recruiter, aziende e lavoratori. “Con Talentwolf volevo creare una sorta di TripAdvisor del reclutamento” ha spiegato Caragliano “la piattaforma ha tre tipi di iscrizione: head hunter, azienda e candidato. Proprio come TripAdvisor, funziona con un sistema di recensioni e voti che le aziende e i candidati possono lasciare a un head hunter con il quale hanno avuto a che fare”.
Ad oggi Talentwolf conta oltre 5 mila utenti. La maggior parte degli iscritti si trova in Australia, ma la piattaforma è pronta a sbarcare anche in Europa. Fabio Caragliano è tornato in Italia e sta lavorando sullo sviluppo europeo del suo progetto, che ad oggi rappresenta una novità assoluta nel Vecchio Continente. I reclutatori possono iscriversi a Talentwolf gratuitamente e creare il proprio profilo. In alternativa, con la versione premium, è possibile usufruire di servizi aggiuntivi quali la possibilità di inserire un video di presentazione ed amplificare la propria presenza online per essere più facilmente rintracciabile da aziende e professionisti.
“Nelle prossime versioni” ha fatto sapere Caragliano “vogliamo dare ai candidati e alle aziende la possibilità di rilasciare recensioni su ogni reclutatore, anche se questo non ha ancora una sua pagina profilo. Viviamo in un’epoca in cui le referenze sono diventate indispensabili” ha aggiunto “dieci anni fa tutti avevano timore di TripAdvisor, ora esserci è quasi obbligatorio. Lo stesso accadrà nel mondo del business, perché tutti dovranno mettersi in gioco online con il proprio brand”.