Con la pandemia, i criteri di valutazione dei dipendenti sono cambiati: le aziende puntano su autonomia e risultati, meno determinanti luogo di lavoro e ore
Cambia il modo di lavorare, cambiano i criteri di valutazione dei dipendenti. Sono le dirette conseguenze della pandemia, che oltre ad aver stravolto il mondo del lavoro da un punto di vista organizzativo, ha influito anche sui parametri per la selezione e la valutazione delle risorse umane. È quanto emerso da una recente indagine di InfoJobs, portale online per la ricerca di lavoro.
Lo studio, condotto a giugno 2021, ha coinvolto un campione di 112 aziende sul territorio nazionale (il 58% con meno di 50 dipendenti, il 28% tra 51 e 500, il 14% oltre 500 dipendenti). Le aziende intervistate hanno dichiarato che il primo parametro preso in considerazione in fase di valutazione di un candidato riguarda l’autonomia nella gestione del lavoro (31,8%). A seguire, la capacità di ideare ed integrare nuove modalità di comunicazione dei risultati (27,3%) e nuovi modi di condividere e fare squadra (22,7%).
Le ore trascorse sul posto di lavoro non sono più così determinanti (39,7%) come non lo è il luogo in cui si svolge l’attività (33,9%). Fondamentale per valutare un dipendente è la capacità di raggiungere i risultati di business prefissati (57,4%). Seguono, la capacità di innovare e la flessibilità nell’adattarsi a richieste e cambiamenti (42,7%) e il rispetto delle skills richieste dal relativo livello professionale (29,4%).
Per quanto riguarda invece le modalità di valutazione dei dipendenti, in prima posizione compare il colloquio periodico (79,4%); a seguire, la compilazione di un file condiviso con obiettivi, task e valutazione (27,9%) e una scheda riassuntiva a cura del valutatore (19,1%). Meno utilizzato invece il sistema gestionale online (10,3%). In genere, la valutazione è affidata al responsabile o al manager in linea gerarchica (35,3%). Le valutazioni vengono effettuate con cadenza annuale (30,9%), anche se le aziende concordano sul fatto che servirebbe un percorso continuativo di monitoraggio progressivo (30,9%) o almeno a cadenza trimestrale (26,5%). Infine, il 72% delle imprese ha potenziato l’offerta formativa per i dipendenti, rinforzando l’offerta dei corsi già a disposizione (35,4%) o adottando modalità e-learning (27,1%).